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Tassi ancora troppo alti, l'allarme degli imprenditori toscani

di Martina Trivigno
Tassi ancora troppo alti, l'allarme degli imprenditori toscani

Confindustria Toscana Nord: «Ottenere il credito sarà complesso». Piccole aziende in difficoltà, la liquidità «si sta prosciugando»

27 ottobre 2023
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Dopo dieci rialzi consecutivi, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) ha deciso di mantenere invariati i tre tassi d’interesse di riferimento: nel dettaglio, quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno rispettivamente al 4,5%, al 4,75% e al 4%. Ma per Daniele Matteini, presidente di Confindustria Toscana Nord, c’è poco da esultare. Soprattutto per le imprese perché – spiega – «i tassi restano ancora piuttosto alti». Ma non solo: «Nei prossimi mesi il problema principale delle aziende sarà ottenere il credito dalle banche».

In pratica, prosegue la corsa del costo del credito per le imprese toscane e peggiora la caduta dei prestiti. E sempre una quota maggiore di aziende non ottiene credito (8,2% a settembre): la domanda è frenata da condizioni troppo onerose, ma pesano anche i più rigidi criteri di accesso. Quindi, la liquidità delle aziende si sta prosciugando (-10, 1% in un anno i depositi), mentre aumentano i ritardi nei pagamenti e il deterioramento dei vecchi prestiti. «In questo quadro, i tassi d’interesse restano alti – sottolinea il presidente di Confindustria Toscana Nord – ma dobbiamo considerare un altro aspetto: sta venendo meno la garanzia dello Stato dell’80% sui crediti, erogati nel periodo Covid. In sostanza, le banche non sono più pronte a concedere crediti senza una garanzia statale di supporto. Noi, come Confindustria, abbiamo chiesto che questa garanzia statale non venga tolta del tutto, ma che perlomeno diminuisca perlomeno in maniera graduale. Per fare in modo che ci sia un periodo, della durata di due-tre anni, in cui il mercato ritorni a una certa normalità. Inoltre, stiamo chiedendo un allungamento dei rimborsi dei crediti presi nel periodo Covid. Visto il rallentamento economico in corso e i tassi d’interesse ancora troppo alti, ci sono tante aziende che fanno fatica: così abbiamo chiesto di poter allungare il periodo di restituzione del credito da quattro a otto anni e, in questo modo, si dimezzerebbero le rate. Sono tutte trattative al momento in corso che, speriamo, abbiano un esito positivo per le nostre aziende».

Oggi in Toscana, con i rating richiesti dalle banche, è finanziato soltanto il 10% delle aziende presenti. E secondo Matteini, il pericolo è dietro l’angolo. «Si rischia, come si dice in gergo tecnico, il credit crunch (stretta creditizia che consiste in una restrizione dell’offerta di credito da parte degli intermediari finanziari, in particolare le banche, nei confronti della clientela, soprattutto le imprese, ndr) – prosegue Matteini – Bisogna prendere contromisure immediate e aggredire il problema prima che si verifichi perché altrimenti potrebbe sfuggirci di mano». E poi c’è un altro aspetto: il calo degli investimenti da parte delle aziende. «Gli investimenti hanno iniziato a rallentare in maniera significativa nella parte finale del 2022 e in maniera molto importante nel 2023 – conclude il presidente di Confindustria Toscana Nord – I motivi sono tanti: quando un’azienda deve investire in un impianto nuovo o in un nuovo stabilimento guarda a diversi fattori: domanda momentaneamente fiacca o in calo, il costo del denaro, situazione internazionale complessa. In questo momento c’è un crollo vertiginoso della domanda di finanziamenti per investimenti. Tutte le aziende che producono beni di lunga durata, come ad esempio macchinari, hanno un rallentamento importante nei volumi e nelle prospettive. Bisogna intervenire, ora, in maniera preventiva e massiccia con delle operazioni strutturali: quelle una tantum, infatti, contano poco. l


 

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