Piano dei rifiuti e gassificatore di Empoli: la strategia della Regione bloccata dagli attriti nel Pd
Il documento torna in commissione Territorio e Ambiente. Ma il presidente Giani ostenta sicurezza: «Non ci sarà alcun ritardo»
FIRENZE. Caos dem per l’adozione del piano regionale rifiuti, stretto in un sentiero minato tra lo stop alla quotazione in Borsa della multiutility che indebolisce le prospettive di Alia, attore di spicco nella gestione del ciclo dei rifiuti dell’Ato Centro, e le spaccature interne legate al nuovo corso a sinistra della segreteria regionale.
L’ultima grana nell’accidentato percorso per l’approvazione del piano è il rinvio della commissione regionale Territorio e Ambiente generato dal ritiro di Alia del progetto per il gassificatore a Empoli. Una mossa che rende ancora più difficile la quadra per raggiungere l’autosufficienza nell’area di Firenze-Prato-Empoli-Pistoia, con le quotazioni dell’ipotesi smaltimento a Peccioli (Pisa) in risalita. Restringendo inoltre i tempi di adozione dell’atto, previsto lunedì 25 settembre in commissione e il giorno dopo in Consiglio regionale, con l’incubo di uno sgambetto della fronda dem a far saltare tutto. E così se il presidente della Regione, Eugenio Giani, parla di «atto profondamente innovativo» e ostenta sicurezza («in aula martedì nessun ritardo»), dalla segreteria regionale Pd arriva un vero e proprio aut-aut. «Abbiamo fatto una discussione profonda in tutte le sedi, non possiamo subire ricatti da chi, anche nel nostro partito, vorrebbe affossare il piano, adesso basta. Quindi si va a dritto. Se c’è serietà nei prossimi passaggi bene, altrimenti il gruppo dirigente fare le sue valutazioni senza escludere nessun scenario», avverte uno dei dirigenti più vicini al segretario Emiliano Fossi, secondo cui l’ora della melina è finita.
Mentre i sindaci di Prato ed Empoli, Matteo Biffoni e Brenda Barnini, invocano con urgenza un faccia a faccia prima della votazione: «L’approvazione in tempi brevi del piano è una priorità. Si tratta di un documento strategico per il futuro del nostro territorio, su cui la politica deve avere una posizione chiara. Prima di prendere qualsiasi decisione e dell’esame del piano in sede istituzionale riteniamo fondamentale un confronto, chiediamo al segretario Fossi la convocazione di una direzione».
Ad arroventare una situazione già calda dopo l’animata discussione interna del gruppo Pd in Consiglio di venerdì 15 settembre, quattro ore in cui l’area riformista ha rilanciato varie preoccupazioni, è il rinvio della seduta in commissione regionale. Uno slittamento, approvato alla fine in maniera compatta dai componenti Pd nonostante l’iniziale proposta del consigliere dell’ala Schlein, Francesco Gazzetti, di procedere comunque, chiesto dal consigliere FdI, Alessandro Capecchi in virtù delle ultime novità. Cioè la comunicazione con cui Alia ritira la disponibilità a realizzare il gassificatore ad Empoli, costo 400-450 milioni di euro, a causa dell’indisponibilità di terreni ma anche dell’ostilità del territorio. Mettendo a rischio quindi la nascita di una struttura in grado di trattare 192mila tonnellate di rifiuti all’anno, di cui 30mila di materiale organico, tra i più difficili da smaltire. «Non si è aperta la discussione per via di questa pregiudiziale. Un elemento di questo genere ci porta a un necessario supplemento di istruttoria», chiarisce la presidente dem della commissione regionale, Lucia De Robertis.
«Ho chiesto che fosse acquisito perché fa il paio con la sospensione della quotazione in Borsa. Alia ha presentato altri sei progetti ma se salta la quotazione probabilmente non avrà i mezzi finanziari per realizzare quanto proposto», sottolinea il consigliere FdI Capecchi. Solo l’ultimo di una serie di nodi da sciogliere che vertono principalmente sulle divergenze nel Pd toscano e sulla localizzazione degli impianti. Alcuni già blindati, come il biodigestore Alia di Montespertoli e il polo Iren a Scarlino, mentre resta in campo la possibilità di ricorrere all’invio a Peccioli (Pi), fuori dell’Ato Centro, di una parte di rifiuti in caso di difficoltà. «Il piano parte da una consapevolezza che non possiamo imporre localizzazioni di impianti, ma che questi devono nascere da una dialettica coi sindaci laddove è possibile farla», spiega il governatore Giani. Un assist raccolto al volo dalla sindaca Barnini: «Il ritiro di Alia del gassificatore è ovviamente il primo passo poi spetta alla Regione modificare la proposta di piano dei rifiuti che sottoporrà al Consiglio e nella quale non dovrà esserci Empoli tra i potenziali impianti da realizzare».
Restano tuttavia le distanze politiche tra i consiglieri dem, in parte anche connesse alle votazioni del 2024 a Firenze e Prato, che minacciano di emergere durante il doppio voto in commissione e Consiglio regionale. «È un piano fallimentare già nella sua impostazione. L’ennesima presa per i fondelli nei confronti dei cittadini. Ognuno si prenda le sue responsabilità e dica con chiarezza e trasparenza come farà la Toscana, e in particolare l’Ato Centro a gestire la mole di rifiuti che produce senza doverli spostare in altre zone regionali», attaccano i consiglieri della Lega, Marco Landi e Massimiliano Baldini.
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