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Multiutility, la nuova società di servizi della Toscana non sarà quotata in Borsa: i motivi della decisione
Da una parte i soldi raccolti in Borsa sono necessari per la costruzione degli impianti. Dall’altra la presenza di investitori esterni ha fatto già discutere anche all’interno del nucleo originario della futura azienda. Toglierla dal dibattito favorisce il dialogo con gli altri soggetti da coinvolgere
La quotazione in Borsa della Multiutility? «Serve un confronto per valutare le varie possibilità senza escluderne nessuna a priori». L’allargamento del perimetro del progetto al resto della Toscana? «Credo sia necessario e il Pd si impegnerà a favorire, in modo armonico e non impositivo, l’integrazione di quei territori che ad oggi sono esclusi dal processo». Emiliano Fossi, segretario regionale del partito, sintetizza così la posizione dei Dem emersa nella riunione di lunedì 18 settembre con i sindaci di Firenze, Prato ed Empoli. Un incontro arrivato dopo giorni ad alta tensione e che è destinato a sollevare polemiche anche nella settimana in corso (vedi articolo a fondo pagina). Un vertice che però, secondo Fossi, fa emergere dal quartiere generale Democratico di via Forlanini «un partito, a cui dobbiamo abituarci, che agisce come un soggetto, attivo e proattivo, nell’interesse del buon fine dei processi». In particolare nella direzione di un’estensione a tutta la Toscana della nuova società.
Un passo avanti
Insomma, il segretario del Pd delinea un quadro che sembra andare ben oltre quanto reso noto al termine dell’incontro con i sindaci dei tre comuni soci di maggioranza, Dario Nardella per Firenze, Matteo Biffoni per Prato e Brenda Barnini per Empoli. Un vertice a cui erano presenti – oltre allo stesso Fossi –, per l’esecutivo Stefano Bruzzesi, Luca Sani, Diego Blasi, Andrea Giorgio e Alessandro Franchi, responsabile dipartimento servizi pubblici locali, oltre ai segretari territoriali di Firenze Monica Marini, Prato Marco Biagioni ed Empoli Jacopo Mazzantini ed i segretari comunali dem di Firenze ed Empoli Andrea Ceccarelli e Lorenzo Cei. Al termine, una nota del partito si limitava a sottolineare come «sia stata unanimemente ribadita la necessità di andare avanti con il progetto Multiutility, strumento indispensabile per migliorare qualità ed efficienza dei servizi pubblici locali alle cittadine e ai cittadini». Ma è evidente che il discorso è andato oltre il perimetro di Firenze-Prato-Empoli.
Domani il vertice
Non a caso è stato già fissato il primo vertice per ragionare sull’allargamento del progetto al resto della Toscana. «Giovedì 21 settembre – conferma Fossi – il responsabile del dipartimento servizi pubblici locali del Pd, Alessandro Franchi, ha convocato una riunione. Vi parteciperanno tutti i segretari dei partiti e con loro faremo il punto». Su cosa? «La Multiutility, secondo me, è una scelta importante perché ci permette di aggregare i servizi della Toscana – sottolinea Fossi –. È una soluzione a cui arriviamo in ritardo rispetto ad altre regioni. Credo si debba provare a recuperare il tempo perduto e in questo si impegnerà anche il Pd toscano. In particolare nel rapporto con quei territori che sono ad oggi esclusi dal processo. Provando a porre, in modo armonico e non impositivo, le condizioni per un confronto e per una discussione che affronti sia gli aspetti politici sia tecnici».
Quotazione in stand by
Parole che danno una chiave di interpretazione alla decisione di mettere in stand by la quotazione della nuova società dei servizi. Da una parte i soldi raccolti in Borsa sono necessari per la costruzione degli impianti. Dall’altra la presenza di investitori esterni ha fatto già discutere anche all’interno del nucleo originario della futura azienda. Toglierla dal dibattito favorisce il dialogo con gli altri soggetti da coinvolgere. Almeno al momento, perché il segretario non la esclude: «È una sospensione temporanea per capire se, oltre alla Borsa, ci sono altre soluzioni alternative». Fossi parla di «un lavoro di studio e di approfondimento» necessario. Tuttavia non indica i tempi – «siamo stati tutti d’accordo sull’opportunità di prenderci tutto il tempo che è necessario – e soprattutto quali siano le altre ipotesi in campo. «Le studieremo avvalendoci di persone competenti: non ci precludiamo nulla».
Il ruolo dei Dem
In pratica Fossi lascia sul campo tutte le possibili soluzioni. E così facendo apre alla possibilità di trovare un compromesso. Anzi, è lo stesso segretario a dare al partito il ruolo chiave nel processo decisionale: «Dobbiamo riabituarci a un partito che c’è, che si impegna su tutti i processi, che dà una mano perché questi abbiano un seguito, che non fa da spettatore ma aiuta».
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