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Dall’ex sindaco di New York Giuliani a pop star e scrittori: gli “insospettabili” personaggi nati dai migranti toscani

di Ilaria Bonuccelli
Dall’ex sindaco di New York Giuliani a pop star e scrittori: gli “insospettabili” personaggi nati dai migranti toscani

David Baldacci ma anche Astor Piazzolla: ecco chi sono

09 settembre 2023
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Riconoscerli non è sempre facile. Spesso il cognome è straniero. Se, poi, sono divi magari lo cambiano. O se lo tolgono del tutto. Il cantante Luis Miguel, ad esempio, che da adolescente fece impazzire le ragazzine dei due mondi, aveva la mamma di Massa. Difficile anche pensare che l’ex potentissimo sindaco di New York, Rudolph Giuliani, oggi nelle foto segnaletiche dell’inchiesta su Trump, sia originario della provincia di Pistoia . Eppure è così: il padre Harold Angelo Giuliani – biografia doppia: idraulico o gestore di case da gioco clandestine – è figlio di Rodolfo ed Evangelina Giuliani, originari di Marliana, oggi in provincia di Pistoia, appunto. Nella New York di quegli anni, con una carta di identità del genere nasci e cresci a Brooklyn. Come Susan Sarandon che non è l’unica “diva” insospettabile con radici lucchesi.

Il produttore

Anche l’ attuale presidente di Lakeshore Entertainment, una delle più importanti case di produzione americane, è di origini lucchesi. Il Tirreno intervistò Gary Lucchesi, per telefono, a Los Angeles, da San Francisco nella prima metà degli anni Duemila. Lì, dove lui era nato, ancora viveva sua madre, molto conosciuta nella Federazione cattolica e nella comunità dei Lucchesi nel mondo. Gary era reduce dal successo di “Million dollar baby”, il film con Hilary Swank e si stava apprestando ad acquistare i diritti per la versione americana de “L’ultimo bacio”. Era già un produttore di successo e da anni aveva lasciato il lavoro di agente alla William Morris agency di San Francisco dove aveva iniziato la propria carriera nel 1977 rappresentando – guarda caso – Susan Sarandon anche se all’epoca, l’attrice ancora non era al corrente di avere radici lucchesi.

Capita spesso ai divi del cinema e della tv di inciampare, quasi per caso, nelle proprie origini italiane. Spesso i migranti “della fame” facevano di tutto per nascondere la propria provenienza: aiutava a integrarsi. Ed era la ragione per la quale ai figli non parlavano neppure la lingua madre in casa. Lo stesso capitò per l’ondata di emigrazione in California nel periodo della “corsa all’oro”, la Golden rush che portò la maggior parte dei lucchesi sulla costa ovest degli Stati Uniti non a cercare pepite ma a offrire servizi (da mangiare, da dormire) a chi andava in cerca di fortuna.

In qualche caso, alcuni migranti si fermavano anche prima di arrivare al Pacifico.

Lo scrittore di bestseller

Così fece, ad esempio, Amedeo Baldacci. Partì da Barga e si fermò in Virginia, ignaro che suo nipote David sarebbe diventato, un secolo dopo, uno dei più importanti scrittori di thriller del mondo. David, avvocato convertito alla scrittura, vende oltre 150 milioni di libri, è tradotto in 24 o 25 lingue. Una è anche l’italiano. Il suo primo romanzo “Potere assoluto” nel 1996 ha un tale successo che diventa un film “Total recall” (“Potere assoluto”) con Clint Eastwood.

Quando nel 2003 riceve il premio Bancarella di Pontremoli, Il Tirreno lo intervista per telefono, nella sua casa in Virginia. Confessa: “Il mio cognome non è Baldacci Ford. È solo Baldacci”. Ford è un’aggiunta imposta da Mondadori che lo pubblica in Italia: “L’editore mi ha detto che uno scrittore americano non avrebbe venduto con un solo cognome italiano. E mi ha chiesto di scegliermi un cognome americano. Io non avevo idea: ho buttato uno sguardo fuori dalla finestra e ho visto la mia auto. Una Ford. Così è nato il cognome letterario”. Con il tempo, però, Ford scompare anche dalle copertine in Italia. Dove lo scrittore viene in visita ufficiale nel 2008, per scoprire Barga, il paese di origine del nonno paterno, morto prima della sua nascita. Il sindaco di allora lo accoglie con banda, manifesti e proclama quello della visita “David Baldacci’s day”.

La star del pop

Sono barghigiane, anche le radici di Paolo Nutini, pop star scozzese con nome italiano, una carriera precoce straordinaria: già da adolescente viene preso sotto l’ala protettrice del produttore dei Cold play e apre un concerto dei Rolling Stones a Vienna. Prima di essere maggiorenne è una star internazionale, ma continua a trascorrere le vacanze estive (se ci riesce) a Barga, da dove parte per la Scozia il nonno Jackie che apre, con la moglie Ada, a sud di Glasgow, un “fish and chips”. Il ristorante “Castelvecchi”, nel centro di Paisley, viene poi portato avanti dai genitori di Paolo, Alfredo e Linda. E anche se capita di incontrare Paolo nel locale, però il figlio ormai è un cantante lanciatissmo. E anche in Italia partecipa a eventi importanti: il Summer festival o il Pistoia blues.

Il detective di Csi

Più in sordina, invece, la visita toscana di un divo delle serie tv americane. Per caso viene riconosciuto in un bar di via Santa Croce, William Louis Pettersen, l’attore e produttore americano che, nella serie originale della fortunata serie tv Csi (Scena del crimine) interpreta il capo del laboratorio della Scientifica di Las Vegas, Gil Grissom. È con la moglie in vacanza perché – si scopre che il 14 luglio 2003 si è sposato, in seconde nozze, a Petrognano di Capannori, in provincia di Lucca, con Gina Cirone, insegnante di biologia con la quale ha avuto due gemelli nel 2011. La moglie della nonna avrebbe origini lucchesi.

Il mito del tango

E sono ancora i nonni che legano uno dei più grandi compositori di tango contemporaneo alla provincia di Lucca. Astor Piazzolla ha i nonni materni della Garfagnana. A scoprirlo una pittrice argentina che da anni vive a Viareggio, Ofelia Lachner, con solo l’ostinazione che le donne sopravvissute alla dittatura di Videla possono avere. Astor, infatti, nasce nel 1921 in Argentina, a Mar del Plata, da Vicente Piazzola, figlio di Pantaleone, pescatore originario di Trani, in Puglia e da Assunta Manetti, toscana. Come risulta dai registi parrocchiali, i genitori di Assunta Luigi Manetti e Clelia Bertolani, si sposano e fino al 1888 vivono nel borgo di Massa Sasso rosso. Per cercare una vita migliore, migrano in Argentina. La gratitudine per i nonni, la miseria scampata, le possibilità si traduce in un tango nostalgico, “Adiòs nonino”.l

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