Il Tirreno

Toscana

L’imballaggio che si mangia

Il packaging ecologico della Iuv: idee rivoluzionarie made in Toscana

di Luca Balestri
le marmellate protette dal microfilm ecologico ed edibile realizzato dalla Iuv
le marmellate protette dal microfilm ecologico ed edibile realizzato dalla Iuv

Le proposte innovative di Cosimo Palopoli non solo per superare l’uso della plastica ma per aumentare la qualità e la durata di frutta e verdura

10 agosto 2023
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«Già nel biennio 2011- 2012 la Fao parlava di 1,3 miliardi di tonnellate di perdite e sprechi alimentari persi lungo la filiera produttiva, con tanto di ingenti danni economici. Da quando ne abbiamo discusso al liceo mi è venuta voglia di agire contro queste perdite». È così che Cosimo Maria Palopoli, ventinovenne pistoiese, ha deciso di fondare la sua azienda, la Iuv-Innovation utility vehicle, società che si occupa di ricerca e sviluppo di imballaggi innovativi, sostenibili, naturali e trattamenti green per aumentare la qualità e la durata di frutta e verdura.

Palopoli, come si è sviluppata la sua idea dai banchi di scuola?

«Ho avuto l’idea di usare gli scarti dell’industria e della filiera alimentare per creare qualcosa di bello. Ho frequentato prima la facoltà di Tecnologie alimentari a Firenze, e poi mi sono specializzato alla Cattolica di Milano in Scienze e tecnologie alimentari».

E dopo l’Università in che parte di Italia è finito?

«Avevo già l’idea di fare impresa: volevo realizzare buste e film per confezionare beni di largo consumo. Ho trovato terreno fertile in Emilia-Romagna, grazie ad un network che mi ha dato l’accesso ad un percorso di formazione professionale. Promotore di questo percorso è stata Art-Er, Attrattività ricerca territorio, società consortile dell’Emilia-Romagna».

Come si è sviluppato il suo progetto?

«Ho iniziato facendo ricerca nel mondo dell’ortofrutta studiando, fondamentalmente, oli essenziali estratti da piante, su mele e pere. Ho così scoperto che nelle piante potevano esserci, oltre a oli essenziali, ulteriori sostanze naturali, che in Iuv chiamiamo Naturameri, preziose e utili per creare e sviluppare nuovi materiali. Da qui abbiamo ottenuto film e confezioni per imballare qualsiasi prodotto».

Il suo progetto inizialmente si chiamava Columbus’Egg.

«Columbus’Egg era nato come progetto universitario, quando l’impresa ancora non c’era. Oggi ha un altro nome: dal 2021 si chiama Scelli. È una soluzione naturale liquida che può essere applicata su alimenti freschi, come frutta e verdura, formaggi per raddoppiare o triplicare la durata del prodotto. Così facendo è possibile ridurre le perdite e gli sprechi nei supermercati, e risparmiare nei consumi energetici riguardanti lo stoccaggio dei prodotti».

E oggi vi occupate anche di imballaggi?

«Oltre a Scelli, ci occupiamo di imballaggi, ovvero: laminati. Parliamo di fogli che possono essere utilizzati come buste per confezionare prodotti o come carta per avvolgere, proteggere e decorare qualsiasi tipo di prodotto. Ad esempio, nel mondo della moda o nel comparto dei beni di lusso, o su prodotti dell’e-commerce».

Come si crea la carta che usate?

«La nostra carta è costituita da vegetali che sono totalmente naturali, e proprio per la loro naturalità l’incarto può essere smaltito nell’umido, degradandosi naturalmente. Inoltre, l’incarto è commestibile: potrebbe essere mangiato insieme ai vegetali senza alterarne il sapore».

Avete ideato anche altri tipi di carta?

«Abbiamo pensato anche a foglietti idrosolubili per specifici usi. Per esempio i fogli detergenti con cui lavarsi le mani. Questi fogli contengono principi attivi, ovvero sapone. Ciò potrebbe essere utile per contrastare la logica usa e getta».

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