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Fotovoltaico in Toscana, Giani: «No ai progetti che sfregiano il nostro paesaggio»

di Martina Trivigno
Fotovoltaico in Toscana, Giani: «No ai progetti che sfregiano il nostro paesaggio»

Il principale investitore è Enel Green Power: «Dialoghiamo con i sindaci»

05 giugno 2023
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FIRENZE. «Se fossero presentati dei progetti di impianti fotovoltaici con il rischio di sfregiare il paesaggio, i Comuni troverebbero al loro fianco la Regione. Ne parleremmo con le autorità di governo e impediremmo le autorizzazioni a costruire». Il presidente Eugenio Giani sta con i 25 sindaci toscani che hanno inviato una lettera al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e all’assessora regionale Stefania Saccardi. Levano gli scudi perché temono «una diffusione generalizzata e fuori da ogni criterio di programmazione del fotovoltaico a terra e dell’agrivoltaico sui suoli agricoli». Soprattutto dopo l’entrata in vigore, ad aprile di quest’anno, del decreto Pnrr 3 con cui vengono introdotte semplificazioni per l’autorizzazione all’installazione libera degli impianti fotovoltaici a terra. Ma Giani rassicura: «Non ne farei un elemento ideologico: i sindaci hanno ragione a preoccuparsi per il loro territorio, fatto di bellissime realtà, ma ci sono tutti gli strumenti, qualora venissero presentati dei progetti che alterano il profilo della Toscana, per esprimere la nostra contrarietà e dunque impedire questi progetti».

In Toscana, uno dei principali investitori nel settore del fotovoltaico è Enel Green Power. Non ne fa certo mistero la società del gruppo Enel che si occupa dello sviluppo e della gestione delle attività di generazione di energia da fonti rinnovabili. Di recente, ha pubblicato anche un avviso dove si legge: «Affitta o vendi il tuo terreno per progetti rinnovabili. Cerchiamo proprietari di terreni per realizzare nuovi progetti per il solare e l’eolico». E lo dicono i numeri: nel 2022 E-Distribuzione ha raggiunto il record di connessioni di impianti fotovoltaici alla rete elettrica ( come mostra l’infografica pubblicata in questa pagina ) , pari al 192 per cento in più rispetto al 2021. E lo sguardo del gruppo, ora, va nella direzione dell’agrivoltaico. L’obiettivo, per la società, è quello di far convivere e interagire la generazione di energia solare con le pratiche agricole. Tradotto: ottenere fonti rinnovabili, attuare un uso sostenibile del suolo e tutelare la biodiversità.

Ma secondo quanto sottolineato da Enel, la politica della società consiste nel dialogo costante con i territori e con le istituzioni, facendo in modo che la diffusione e l’installazione degli impianti fotovoltaici sia sempre compatibile con il paesaggio, l’ambiente e il decoro urbano. «È l’aspetto fondamentale – sottolinea Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – ma parlare di rischi per i territori rurali, in particolar modo per quelli di pregio agricolo, ambientale e paesaggistico, che deriverebbero dalla diffusione dell’agrivoltaico sui suoli agricoli, fa ben capire quanto ancora non sia chiara la portata epocale della svolta verso l’agrivoltaico che, per definizione, è in grado di coniugare agricoltura e produzione di energia pulita, senza consumo di suolo e soprattutto senza alcun genere d’impatto sull’attività agricola: la resa è garantita e l’energia viene prodotta senza consumo di suolo ed emissioni inquinanti in atmosfera».

Secondo Ferruzza, l’aspetto da sottolineare è che «quando si parla di agrivoltaico non si fa riferimento a distese di fotovoltaico a terra bensì a pannelli “mobili” a inseguimento solare posizionati nei campi con altezze e secondo geometrie che consentono le lavorazioni agricole con i mezzi meccanici e il pascolo». Da qui l’appello di Legambiente al governo: «Servono al più presto norme adeguate e uniformi che permettano una realizzazione degli impianti corretta e trasparente, anche alla luce delle esperienze passate, in parte negative, riguardo all’installazione del fotovoltaico».

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