Il Tirreno

Toscana

Il caso

Lividi sospetti sul corpo e sul volto: ecco perché è indagato per l’omicidio della madre

di Massimo Donati

	Ottavina Maestripieri ex commer- ciante di novanta anni è stata trovata morta giovedì mattina nella sua abitazione di via Monte- verdi a Pistoia: il figlio ha dato l’allarme
Ottavina Maestripieri ex commer- ciante di novanta anni è stata trovata morta giovedì mattina nella sua abitazione di via Monte- verdi a Pistoia: il figlio ha dato l’allarme

Anziana morta in casa a Pistoia, accusato il figlio ragioniere che si trova giàai domiciliari

04 giugno 2023
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PISTOIA. Come mai si trovava lì, nell’appartamento della madre, già a quell’ora del mattino presto? Oltretutto non sarebbe potuto neppure uscire di casa, dato che attualmente sta scontando una pena in regime di detenzione domiciliare. E poi perché nella telefonata fatta attorno alle sette al 118 per chiedere aiuto ha immediatamente fatto riferimento al portafoglio sparito dalla borsa dell’anziana donna, come a richiamare l’ipotesi di una rapina? Infine, ci sono quelle risposte date, la stessa sera dell’allarme, nel corso di un lungo interrogatorio che, alla luce dei lividi riscontrati sul collo e sul volto della madre, non compatibili a prima vista con una caduta o un attacco di epilessia, non hanno convinto gli inquirenti sulla versione dei fatti da lui fornita.

Insomma, sono tanti i dubbi che hanno spinto la procura a iscrivere nel registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di omicidio volontario il figlio della novantenne ex commerciante Ottavina Maestripieri trovata morta giovedì mattina nella sua abitazione di via Monteverdi, a Pistoia. Un atto dovuto, in presenza di forti sospetti, per dar modo al 60enne ragioniere pistoiese, Patrizio Ruscio, di nominare un proprio perito di parte in occasione dell’autopsia disposta dai pm titolari dell’inchiesta, Leonardo De Gaudio e Linda Gambassi. Autopsia che sia i magistrati sia il difensore dell’indagato - Francesco Stefani, del foro di Firenze - considerano uno passo fondamentale delle indagini, visto che il medico legale dovrà chiarire se la causa della morte sia riconducibile o meno a un atto di violenza.

L’esame, da cui poi dipenderà la futura direzione delle indagini, potrebbe essere eseguito già nella giornata di domani, anche se i tempi per gli adempimenti burocratici sono molto stretti.

Da parte loro, i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale e quelli della stazione di Pistoia (dopo i rilievi eseguiti dalla scientifica nell’appartamento, che è stato messo sotto sequestro per preservare le tracce di un eventuale reato) stanno portando avanti gli accertamenti (attraverso le telecamere di sorveglianza cittadine e le cellule per la telefonia mobile che hanno agganciato il suo cellulare) sugli spostamenti dell’indagato la mattina del primo giugno e le verifiche sulla ricostruzione da lui stesso fatta ai magistrati. Acquisita anche, alla centrale del 118, la registrazione della telefonata con cui chiedeva aiuto per la madre.

Secondo una prima ipotesi del medico legale, il decesso dovrebbe essere avvenuto all’incirca un’ora prima della richiesta di soccorso.

Come accennato, Patrizio Ruscio si trova in questo periodo in stato di detenzione domiciliare: deve scontare ancora alcuni mesi di una pena da lui patteggiata per reati tributari. Per tale motivo, è stato segnalato al tribunale di sorveglianza per il reato di evasione e per lui potrebbe scattare una misura di custodia cautelare in carcere per tale violazione.

«Il mio assistito è molto preoccupato vista l’evoluzione della vicenda che ha preso una piega così delicata. Non immaginava che nei suoi confronti potessero essere mosse accuse così gravi. Comunque, interrogato dai pm nella serata di giovedì, ha respinto ogni tipo di addebito dando delle spiegazioni che sono adesso sottoposte al riscontro da parte degli inquirenti. Comunque aspettiamo il prossimo fondamentale step, quello dell’autopsia, prima di qualsiasi altra valutazione».

La più recente inchiesta giudiziaria in cui Ruscio era rimasto coinvolto è quella della Finanza di Firenze nell’ambito della quale, nel giugno 2021, erano finiti ai domiciliari tre imprenditori di Vaiano (Prato). Nel mirino, sette cooperative di trasporti e facchinaggio totalmente inattive e intestate a prestanome, usate per intascare denaro e tentare di truffare 15 milioni di euro allo Stato.

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