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Comunità Energetiche Rinnovabili

Libere associazioni per produrre energia da fonti rinnovabili

Libere associazioni per produrre energia da fonti rinnovabili

Ecco cosa prevede la normativa per le Cer. Tutti i vantaggi di una scelta ecosostenibile

31 maggio 2023
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Nel percorso della transizione ecologica verso le rinnovabili, con un’attenzione specifica agli aspetti ambientali ma anche economici affinché l’energia sia accessibile a tutti, le Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer) rappresentano un elemento importante di equità e di sostenibilità a 360°. Le Cer, infatti, sono libere associazioni tra cittadini, aziende, enti locali o Istituti Autonomi delle Case Popolari (Iacp) che decidono di unire le proprie forze e dotarsi di uno o più impianti per la produzione e l’autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili, con benefici economici, ambientali e sociali. Nel caso delle pubbliche amministrazioni, in particolare, la creazione di una Cer costituisce una delle soluzioni per contrastare la povertà energetica, come richiesto dall’Agenda 2030 dell’Onu, che impegna ad «assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni». La legge non specifica la tecnologia rinnovabile da adottare, ma quella che si presta meglio è il fotovoltaico, anche se le Cer possono utilizzare ogni fonte rinnovabile disponibile. L’energia elettrica autoprodotta può essere consumata immediatamente o stoccata in sistemi di accumulo, per essere utilizzata quando necessario. Quella in eccesso, invece, può essere immessa nella rete elettrica, per abbassare i costi della bolletta ed aumentare la quota complessiva di energia generata da fonti rinnovabili. Più energia la Cer produce, infatti, maggiori sono i vantaggi economici per i membri.

Nel dettaglio, una comunità energetica rinnovabile è un soggetto giuridico che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria degli iscritti situati nelle vicinanze degli impianti di produzione detenuti dalla comunità, i cui soci o membri sono persone fisiche, imprese industriali, agricole e commerciali, enti territoriali o autorità locali. L’obiettivo delle Cer è fornire benefici ai propri soci e alle aree locali in cui opera. Il requisito base, previsto dalla legge, è che gli impianti di produzione installati siano nuovi (non abbiano usufruito di altri incentivi, come ad esempio il 110%), alimentati da fonti rinnovabili, con una potenza massima di 1MWp e siano sottesi alla stessa cabina primaria del territorio (l’impianto di trasformazione di E-Distribuzione che trasforma l’energia elettrica da alta a media tensione, per distribuirla alle cabine secondarie dalle quali esce in bassa tensione e arriva a case, uffici, etc.) cabina, da cui la comunità energetica preleva l’energia di rete.

Questo significa, per esempio, che una piccola-media impresa oppure una pubblica amministrazione possono installare un impianto fotovoltaico rispettivamente sul proprio stabilimento produttivo o scuola, e condividere l’energia prodotta con i cittadini che entrano a far parte della comunità. Allo stesso modo si possono costituire comunità di quartiere, agricole, di borgo, ecc. L’impianto non deve necessariamente essere di proprietà della comunità: può essere messo a disposizione da uno solo o più dei membri partecipanti o addirittura da un soggetto terzo, l’importante è che tutti i componenti siano sottesi alla stessa cabina primaria. Una volta messo in esercizio l’impianto, la comunità può fare istanza al Gestore dei Servizi Energetici (Gse) per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa. A questo proposito, è utile ribadire che gli incentivi non sono riconosciuti a tutta l’energia prodotta, ma solo a quella condivisa all’interno della comunità, cioè consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione. Qualora la produzione sia superiore al consumo, per l’energia eccedente viene riconosciuto alla comunità il solo valore economico dell’energia, senza ulteriori benefici.

Le comunità energetiche hanno, quindi, numerosi impatti positivi: benefici economici derivanti dai meccanismi di incentivazione all’autoconsumo; benefici ambientali dalla riduzione delle emissioni di CO2 e inquinanti; benefici sociali derivanti dalle forme di aggregazione sul territorio, dall’educazione alla sostenibilità e dalla lotta alla povertà economica.

In questo contesto Enel X, la società del Gruppo Enel che si occupa di servizi digitali innovativi, efficienza energetica, illuminazione pubblica e artistica (https://www.enelx.com/it/it), dispone di servizi per costituire e gestire le comunità energetiche rinnovabili, a partire dalla realizzazione di impianti fotovoltaici fino alla creazione amministrativa di una Cer.

Tra i primi esempi virtuosi, oltre alle Cer locali che si stanno costituendo sui territori, vi è la prima Comunità Energetica Rinnovabile in ambito industriale d’Italia creata da Enel X e Ferrari, al servizio dei Comuni di Fiorano e Maranello, alimenta da un impianto fotovoltaico di circa 1MW che sarà realizzato su un terreno di circa 10mila mq di Ferrari adiacente all’Autodromo di Fiorano Modenese. I lavori per la costruzione dell’impianto termineranno entro dicembre 2023. Caratteristica fondamentale della nuova Cer è la possibilità di essere "scalata" su ulteriori superfici individuate da Enel X o indicate da Ferrari, che incrementeranno l’energia prodotta a disposizione dei componenti della comunità. Per la realizzazione dell’impianto, Enel X utilizzerà le migliori tecnologie presenti sul mercato: trackers monoassiali e pannelli fotovoltaici bifacciali ad altissime performance che genereranno una produzione media di 1500 MWh per 20 anni, evitando l’immissione in atmosfera di circa 650 tonnellate di CO2 anno.

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