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Dall’antimateria ai positroni, ti spiego la scienza mentre ridi: a Pisa il talent show dei ricercatori

di Tommaso Silvi

	Un momento di FameLab nella sala conferenze di Virgo
Un momento di FameLab nella sala conferenze di Virgo

All’osservatorio gravitazionale di Cascina i “cervelloni” danno spettacolo nella tappa toscana del FameLab 2023: tre minuti con l’obiettivo di «non annoiare». Chi sono i vincitori

21 maggio 2023
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Nico ha spiegato il concetto di antimateria con una banana (nel video qui sotto). Gianluca ha illustrato l’intelligenza di sciame partendo dalle formiche. Nico Kleijne è nato in Piemonte e studia fisica alla Scuola Normale di Pisa. Gianluca Manduca è originario di Monza, si è laureato al politecnico di Milano e ora studia robotica bioispirata alla Scuola Superiore Sant’Anna. Tre minuti per fare una presentazione e rendere simpatico e accattivante un concetto all’apparenza pesante. Nico e Gianluca ce l’hanno fatta, strappando applausi e sorrisi alla giuria popolare composta dai ragazzi di cinque scuole superiori toscane. Coinvolgenti e disinvolti, ma anche preparati.
 

Perché la platea giudicante era composta anche da quattro esperti provenienti dal mondo accademico. Ora per i due “cervelloni” pisani d’adozione si spalancano le porte della finale di Perugia di FameLab 2023, il talent della scienza che venerdì ha fatto tappa in Toscana, tra la Normale e l’Osservatorio gravitazionale Virgo, che si sviluppa nella campagna di Cascina, dove è stato possibile realizzare i due maxi tunnel da tre chilometri grazie ai quali gli esperti studiano da vicino il comportamento delle onde gravitazionali.

Cos’è FameLab?

Ideato nel 2005 dal Cheltenham Science Festival, FameLab dal 2012 si svolge in Italia grazie alla collaborazione tra Psiquadro, coordinatore nazionale, e British Council Italia, l’ente culturale britannico che ne ha promosso la diffusione a livello globale. A partire dallo scorso anno FameLab Italia è organizzato da Psiquadro e Cheltenham Science Festival. In dieci anni FameLab Italia ha toccato 25 città e coinvolto oltre mille giovani ricercatori grazie a una collaborazione con più di cento partner culturali tra università, istituti di ricerca e enti pubblici, società di comunicazione della scienza, musei e media partner. I partecipanti hanno solo tre minuti per conquistare giudici e pubblico parlando di un tema scientifico che li appassiona e che raccontano con chiarezza, esattezza e carisma. Il talent parte con dodici selezioni locali ad Ancona, Brescia, Camerino, Catania, Cosenza, Genova, Lecce, Palermo, Perugia, Pisa, Torino e Trieste. I primi due classificati di ogni tappa guadagnano l’accesso alla masterclass nazionale, che si svolgerà in presenza a Perugia dal 9 all’11 giugno. Durante la masterclass i partecipanti avranno modo di acquisire tecniche di comunicazione della scienza e di allenarsi per le fasi successive della competizione, con l’aiuto di formatori di rilievo internazionale. Praticamente è la preparazione alla finale nazionale, in programma, sempre a Perugia, il 30 settembre in occasione della Notte europea dei ricercatori. Il vincitore di FameLab Italia 2023 avrà accesso alla finalissima del concorso FameLab International che si svolgerà online a novembre. In palio ci sono anche premi in denaro. Possono partecipare giovani scienziati, ricercatori dottorandi e studenti universitari.

La tappa toscana

La tappa pisana, e anche toscana, di FameLab 2023 – venerdì scorso – è iniziata alle 9.30 con le pre-selezioni, che si sono svolte nella sala Azzurra della Scuola Normale Superiore, dopo i saluti del direttore Luigi Ambrosio. Nel pomeriggio, poi, alle 15, il secondo step del concorso nella centrale che ospita l’interferometro Virgo. Gli argomenti toccati nel contest dai partecipanti sono stati i più disparati: Leonardo Massantini, dell’Universita di Pisa, ha parlato di castori e zone di comfort; Livia Pappalettere, della Scuola Sant’Anna, di biorisanamento dei suoli usando piante, funghi e batteri; Simona Basso, dell’Università di Siena, ha affrontato il tema della deriva genetica; Enrico Donato, anche lui del Sant’Anna, ha acceso i riflettori sull’intelligenza delle piante che ispira la robotica; Barbara Garaventa, dell'Istituto nazionale di fisica nucleare di Genova, ha raccontato il “cinguettio dell’Universo” spiegando le onde gravitazionali. Ad ascoltarli – per giudicarli, con un voto da 1 a 5 per tre voci, ovvero “contenuto”, “chiarezza” e “carisma” – gli studenti del liceo Dini di Pisa, del liceo Enriques di Livorno e dell’istituto Chini Michelangelo di Forte dei Marmi, presenti nella sala conferenze dell’osservatorio di Cascina. Ma la giuria popolare era composta anche dai ragazzi del liceo Fermi di Cecina e del Niccolini-Palli di Livorno, che hanno seguito in diretta da remoto la fase finale del talent degli scienziati. Il giudizio degli esperti, invece, era affidato a Barbara Bernardini, divulgatrice, dottore di filosofia in biologia al Sant’Anna, che ha lavorato molti anni nella redazione di Superquark e attualmente collabora alla preparazione del prossimo ciclo di programmi curati da Alberto Angela e previsti sulle reti Rai a partire dall'estate. Insieme a lei Marco Frey, professore ordinario di economia al Sant’Anna, prorettore alla Terza missione e al trasferimento tecnologico, Giulia Ammannati, professoressa associata in paleografia latina, prorettrice alla Terza missione e all’orientamento, e Tomaso Esposti Ongaro, direttore della sezione di Pisa dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, dottorato in Fisica applicata all’ambiente all’Università di Bologna.

Gli altri premiati

Al terzo posto – indicata come sostituta alle finali di Perugia nel caso in cui uno dei due vincitori fosse impossibilitato a partecipare – si è piazzata Licia Pugliese, della Scuola Normale Superiore, esperta nello studio delle cellule con la microscopia a espansione. La giuria popolare degli studenti, invece, ha eletto il ricercatore Biagio Todaro, della Normale, che ha parlato dei metodi di contrasto alle cellule tumorali del cancro al seno. La comunicatrice della scienza, Barbara Bernardini, ha assegnato il premio “Brains in Italy” a Biagio Todaro e alla ricercatrice della Sant’Anna Lucrezia Lorenzon, che si dedica allo studio del cuore artificiale.

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