Il Tirreno

FIRENZE. Quando Massimo Mallegni ha scoperto di essere stato “licenziato” dall’incarico di coordinatore regionale di Forza Italia era già a casa da qualche minuto. Il telefono muto, perché ad anticipargli la notizia non è stato il Cavaliere come nel 2020 quando lo chiamò per rimettere in sesto il partito in Toscana. La notizia che rivoluziona gli incarichi e le gerarchie - quindi i rapporti di forza - nel partito vengono affidati a un comunicato stampa. Nomi e poche frasi di circostanza. Un paio di righe per la Toscana: il nuovo coordinatore è il dottor Marco Stella.

Neppure un riferimento al fatto che Stella è l’unico consigliere che FI è riuscita a piazzare in Regione nel 2020, quando gli azzurri sono stati commissariati. Non c’è neppure un ringraziamento per chi viene sostituito. Solo chi perde il posto in Parlamento, in qualche modo viene risarcito. È il caso di Alessandro Cattaneo, sostituito come capogruppo alla Camera da Paolo Barelli, si ritrova, a fianco della ministra Bernini come vice coordinatore nazionale di Fi con delega alla organizzazione territoriale del partito. La senatrice Ronzulli, privata del ruolo di coordinatrice di Fi in Lombardia, resta capopruppo a Palazzo Madama. Mallegni, che in Senato, non è riuscito a tornare, viene sostituito e basta. Alla vigilia delle comunali: in Toscana si vota a Massa, Pisa e Siena, capoluoghi che il centrodestra vuole mantenere. Mallegni non commenta. Prende atto e ringrazia iscritti e dirigenti di FI in Toscana «per quanto mi avete dato in questi anni». Poi fa per riporre il telefono ma iniziano ad arrivare i messaggi. Tanti ringraziano, tanti non ci credono che lo abbiano silurato. Ma sembra che succeda così nel partito dove comanda uno solo.