Bagnino da 30 anni in Versilia: «È il mestiere più bello che c’è, nessuno lo vuole più fare per tutta la vita»
Benvenuto Turano lavora sulle spiagge della Versilia: «Oggi i giovani tengono il lavoro fino alla laurea, poi mollano»
«Prima era un vero e proprio lavoro, cioè un lavoro che permetteva di andare avanti tutto l’anno economicamente. Adesso è un impiego stagionale e quindi viene scelto, sempre meno, per arrotondare e dai giovani per pagare gli studi». Per Benvenuto Turano, 63 anni di Viareggio, da trent’anni sulle spiagge della Versilia, quello del bagnino non è un semplice lavoro. «Un’umile attività, ma con grandi responsabilità – dice –. È un lavoro di sorveglianza, non solo legato al soccorso, ma soprattutto al controllo e alla prevenzione degli incidenti».
Turano, trent’anni da bagnino. Come ha iniziato?
«Ero carpentiere specializzato, ma non era il mio ambiente. Trentadue anni fa ho iniziato a fare il bagnino, è diventato il mio lavoro (sospeso solo per due anni) e chiuderò con questo lavoro».
Uno dei pochi che “resiste”. Perché per i giovani questo lavoro non è più attrattivo?
«Da una decina di anni sono sempre meno i giovani. E questo non per un motivo specifico, ma probabilmente per una serie di motivi».
Quali?
«La maggior parte lo fa per arrotondare, molti invece per pagare gli studi e, terminata l’università, lasciano per altri lavori migliori. Ci sono poi delle realtà imprenditoriali dove le retribuzioni sono molto basse e comunque non adeguate all’attività richiesta. È un lavoro stagionale e quindi c’è tanta incertezza. Anche quest’anno si prevede una carenza importante di bagnini».
Lei lo ha invece scelto come lavoro a vita.
«Ho fatto il percorso inverso, non perché ero disoccupato o perché avevo necessità di trovare subito un lavoro».
E allora perché?
«Perché è il più bel lavoro che esiste: all’aria aperta e a contatto con il mare. Non si può desiderare di meglio. È anche un lavoro faticoso, umile e molto utile, perché adesso si punta soprattutto sulla prevenzione».
In che modo?
«La prevenzione è un aspetto fondamentale di questo lavoro. Senza il bagnino ogni stagione si verificherebbe una strage».
Quanti soccorsi ha effettuato?
«Non ne parlo volentieri, anche perché l’obiettivo è prevenire. Quando succede qualcosa in mare significa che qualcosa è sfuggito al controllo».
Il mito del bagnino è caduto?
«Quella del bagnino è una scelta: occorre soprattutto considerare che si lavora solo in estate e nel periodo invernale in qualche modo occorre arrangiarsi. Un tempo, invece, era diverso».
Perché?
«Perché con la retribuzione di una stagione una famiglia riusciva a tirare avanti tutto l’anno. Adesso è impensabile».
Come è cambiato il lavoro?
«Da quando è stato regolamentato il settore è profondamente cambiato. Prima eravamo “ibridi”, adesso siamo una categoria con diritti e tutele».
Come immagine invece?
«È migliorata tanto. Abbiamo tanta formazione e grazie ai più giovani, che conoscono le tecnologie e le lingue straniere, il mestiere è diventata molto più professionale».
Gli stipendi?
«Come lavoro è migliorato tanto, gli stipendi sono invece fermi».
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