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Primarie Pd, in Toscana vince Fossi: gli scenari che apre questo ribaltone politico

di Luca Gasperoni
Primarie Pd, in Toscana vince Fossi: gli scenari che apre questo ribaltone politico

Netta la svolta a sinistra, spazzata via in un colpo solo gran parte della classe dirigente toscana a trazione riformista. Il neo segretario regionale: «È stato un congresso leale»

27 febbraio 2023
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FIRENZE. Terremoto nel Pd toscano che svolta con forza a sinistra grazie alla doppia vittoria alle primarie di Elly Schlein ed Emiliano Fossi, rimettendo in discussione tutti gli equilibri regionali. Spazzata via in un colpo solo gran parte della classe dirigente toscana a trazione riformista, via libera a una nuova leadership spiccatamente progressista che preannuncia una rivoluzione.

I risultati delle primarie, aperte non solo agli iscritti ma anche ai simpatizzanti e ai votanti, in Toscana sembrano sventare anche la possibilità di una co-abitazione fra un segretario nazionale di una mozione e un segretario di un’altra mozione che avrebbe innescato una pericolosa resa dei conti interna.

Una conferma arriva poco prima delle 23,30 quando Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, ammette la vittoria della sua avversaria Elly Schlein. Al di là del risultato nazionale, già il dato toscano rappresenta una scossa inimmaginabile fino a poche settimane fa. Infatti tremano i principali sponsor della corsa bonacciniana, il governatore regionale, Eugenio Giani, e il sindaco di Firenze, Dario Nardella, da oggi considerati “depotenziati”. Anche perché la vittoria di Fossi è davvero netta. Nel frattempo gli sfidanti del centrodestra pregustano una ulteriore fase di riorganizzazione dem da sfruttare per tentare la conquista, dopo la presa delle principali città, della Regione nel 2025.

L’ex sindaco di Campi Bisenzio, oggi deputato, Emiliano Fossi, 49 anni, trainato dalla sorprendente performance a livello nazionale di Schlein, si impone contro la consigliera regionale, Valentina Mercanti e diventa il nuovo segretario regionale con oltre 10mila voti di distacco. «È il segnale che il partito non è morto, anzi vuole cambiare – dice Fossi entrando nella sede del Pd in via Forlanini – la nostra proposta ha avuto successo e da qui può iniziare una risposta dei progressisti in Toscana, caratterizzato da far quello per cui siamo nati: stare dalla parte dei più deboli, lottare contro le diseguaglianze, migliorare la qualità della vita dei cittadini, questa è la nostra grande sfida».

Il risultato per Fossi è netto, merito del deputato che domina in maniera omogenea su tutto il territorio, con la sfidante che riesce a mettere la bandierina solamente nella federazione di Massa-Carrara, perdendo anche “a casa sua”, in Lucchesia. Un dato in linea con l’affluenza regionale che si attesta intorno ai 100mila votanti, in calo rispetto alle precedenti primarie. «Una risposta molto bella – sottolinea il deputato – tante persone ai seggi è la vittoria del Pd, la nostra proposta apre e attrae nuove persone o fa tornare chi si è allontanato, vuole dire che siamo un corpo vivo e lo dimostreremo».

Il ribaltone toscano apre scenari imprevedibili in vista dei futuri appuntamenti elettorali, dalle amministrative di primavera a Pisa, Siena e Massa fino alle regionali all’orizzonte. Al centro il tema alleanze, traballa l’asse privilegiato con Italia Viva, ma soprattutto dei futuri candidati dem: si ipoteca la ricandidatura alla Regione di Eugeni o Giani (la cui giunta sta tutta con Fossi, eccetto Baccelli); si dovrà ridiscutere anche la successione per Palazzo Vecchio immaginata da Nardella. L’affermazione di Fossi, infatti, ribalta il verdetto dei circoli, sconfessa la dirigenza regionale dell’ultimo mandato e manda in frantumi i progetti dei big del partito, schierati in blocco per Bonaccini. «È stato un congresso leale e corretto – chiarisce il neo segretario – con chiarezza delle posizioni in campo». Parole che non lasciano dubbi sulle intenzioni di far sentire la propria voce per un’inversione di tendenza in Toscana, potendo contare anche sulla sponda di Schlein. Il primo passo sarà tratteggiare le alleanze in vista delle amministrative di maggio, con Italia Viva che riesca di essere affiancata, se non sostituita dal M5s e da un allargamento della coalizione verso sinistra. Se ne parla per Massa, ma è già un test anche per Carrara dove la sindaca eletta meno di un anno fa si era schierata per Bonaccini: il popolo della sinistra, però, ha scelto Schlein. Idem a Siena dove si deve votare in primavera. Quindi il segnale è chiaro. Lo deve essere anche per Giani che aveva in mente un rimpasto di giunta che ora dovrà essere sospeso. 

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