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Balneari, il governo Meloni va verso la proroga di un altro anno delle concessioni

di Sara Venchiarutti
Balneari, il governo Meloni va verso la proroga di un altro anno delle concessioni

 Minoranza all’attacco, slitta la mappatura delle coste. Fdi: «Serve per negoziare in Europa»

08 febbraio 2023
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La maggioranza ha deciso: via libera alla proroga delle concessioni balneari. Dal 31 dicembre 2023 si slitta al 31 dicembre 2024. Ma il nodo in realtà, dice Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli d’Italia, ruota tutto attorno alla mappatura delle spiagge. Anche quella, con un altro emendamento, potrà essere prorogata. Di cinque mesi. Si avrebbe così tempo fino a luglio per avere un quadro definito degli oltre 7.500 chilometri di costa italiana. E qui sta il punto. La ratio della sintesi, trovata dopo un accordo politico dalla maggioranza di governo e concretizzata con tre emendamenti al Milleproroghe in votazione da ieri in Commissione affari costituzionali (che si riunirà di nuovo domattina) è semplice. «Bisogna procedere con urgenza – spiega Zucconi – alla mappatura delle coste: l’articolo 12 della direttiva Bolkestein dava come requisito la presenza di una scarsità di risorse».

Cioè, in parole povere, «se non ci sono più spiagge da dare in concessione devi mettere alle aste quelle che ci sono già perché non puoi darne in concessione di nuove. Ma come puoi stabilire se necessità o no? Serve la mappatura». Anche perché (e questo è il terzo provvedimento di ieri) finché non scadrà il termine della mappatura della costa, è vietato ai Comuni di procedere all’emanazione dei bandi di assegnazione delle concessioni. Tutto congelato. Non possono partire nemmeno i provvedimenti propedeutici.

Un «segnale da parte del governo di voler tutelare le aziende esistenti», dichiarano compatti gli esponenti di maggioranza. Questo però, prosegue Zucconi, è solo «il primo passo. La mappatura va fatta con urgenza. Una volta elaborati i risultati – spiega – possiamo prenderli, andare in Europa e lì continuare la battaglia interloquendo con Bruxelles per ottenere dei risultati. Per esempio nel 2018 avevo presentato una proposta di legge (tra i firmatari anche Meloni e Lollobrigida) che introducesse come discrimine il 2010, anno del recepimento della Bolkestein in Italia. Chi aveva concessioni in essere prima, dovrebbe avere una proroga per un tot di anni. Queste persone infatti si sono mosse sulla base che le concessioni venivano rinnovate automaticamente e ci si poteva investire sopra». Fatto sta che la prossima “missione” guarda all’Europa. Questa volta con i dati della mappatura alla mano.

Su questo è fiduciosa Debora Bergamini, deputata di Forza Italia: «Sono fermamente convinta che mandare all'asta le concessioni balneari sarebbe un grave errore: ci sono tutti gli elementi per negoziare con Bruxelles una non applicazione della direttiva Bolkestein alle imprese balneari italiane». Anche perché un precedente in Europa c’è. E quindi «visto che altri Paesi come la Spagna – chiarisce Bergamanini – hanno negoziato con Bruxelles portando le concessioni dei balneari a 90 anni, penso che anche noi abbiamo tutte le carte in regola per farlo».

Più cauto Massimo Mallegni (Fi), che parla della proroga come «unica strada onde evitare di far riemergere la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso novembre (e cioè aste entro il 2023, ndr)». Unica strada, quindi, non preferibile. «Io – prosegue il deputato – avrei fatto i decreti attuativi alla legge (per stabilire i criteri con cui fare le aste, ndr) per dare stabilità a 3mila imprese italiane».

L’emendamento presentato al Milleproroghe da Forza Italia è proprio quello dello slittamento di un anno delle concessioni, richiesto da una parte delle associazioni di categoria. Il governo in realtà puntava su una soluzione diversa: l'allungamento dei tempi della legge delega per proseguire l'interlocuzione con l'Europa ed evitare la scure della procedura di infrazione. Soluzione che viene accolta nell'emendamento dei relatori al Milleproroghe, relativo ai cinque mesi in più per le mappature. Ma appunto la posizione di Fratelli d’Italia sull’emendamento di Forza Italia è più cauta. Certo, Fdi prende atto delle necessità dei balneari. E infatti voterà l'emendamento pur senza sottoscriverlo. «A questo però dovrà seguire un'ulteriore fase di interlocuzione con la Commissione europea per una soluzione definitiva», sottolinea Gianluca Caramanna, deputato e responsabile Turismo di Fratelli d'Italia.

Le reazioni dell’opposizione non si sono fatte attendere. «La destra – denuncia Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa verde – va all'assalto alle ultime spiagge libere del nostro paese per cementificarle e quindi privatizzarle». «Sui balneari la destra meloniana sfodera la pratica corporativa e anti concorrenza», aggiunge il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova. «La proroga utile all'Italia sarebbe stata quella che riguarda le accise sui carburanti. Governo e maggioranza hanno detto di no e in più, con un giochino che sa di truffa, prorogano i termini per le risposte che dobbiamo all'Europa per le concessioni balneari, con l'unico risultato certo di mettere l'Italia a rischio di ulteriori infrazioni. Senza peraltro affrontare davvero la questione. Davvero un bel capolavoro», commenta caustico capogruppo Pd in commissione Bilancio, Daniele Manca. l
 

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