Il Tirreno

Chi l’avrebbe mai detto che una donna così giovane si dimostrasse tanto capace e determinata da entrare per prima nel sacro e inviolabile tempio? Chi l’avrebbe mai detto che un giorno a comandare, giudicare e sce- gliere sulle cose per i maschi davvero importanti non sarebbe stato uno di noi, come è sempre accaduto dalla notte dei tempi, ma una rappresentante di quello che una volta ottusamente chiamavamo “sesso debole”? È un momento storico quello che ci aspetta.

Scopriremo presto se siamo preparati ad assistervi o se al momento fatale ci faremo cogliere dallo sgomento, e ci chiederemo come è potuto accadere. E no, non sto parlando di Giorgia Meloni e di Palazzo Chigi, ma di Maria Sole Ferrieri Caputi e dello stadio di Sassuolo, che potrebbe diventare il primo di una lunga serie.

Qui la giovane livornese entrerà domenica prossima col fischietto al collo e ventidue maschi al seguito per arbitrare Sassuolo-Salernitana, prima donna in giacchetta nera nella lunga storia della serie A.

E diciamolo: riguardo a Giorgia Meloni alla presidenza del consiglio abbiamo avuto almeno il tempo di abituarci: da un mese a questa parte bastava osservare le facce di Enrico Letta e Matteo Salvini per capire che sarebbe toccato alla leader di Fratelli d’Italia.

Con tutto che, ogni volta che sullo schermo spuntava la camicia azzurra gonfia di muscoli e la mascella pronunciata di Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, veniva spontaneo chiedersi come diavolo avesse fatto la Meloni a imporsi in un partito machista fin nell’aspetto.

Ma insomma, la politica è una cosa, il calcio è un’altra. Ieri ce ne stavamo lì beati, a spiegare con condiscendenza alle nostre donne cosa è il fuorigioco, quasi sempre rinunciando a metà della discettazione per manifesta incapacità delle suddette; da domenica ci toccherà vedere una donna che il fuorigioco addirittura lo fischia.

Facciamocene una ragione, è il momento delle donne. Nemmeno avevo cominciato a scrivere questo pezzo che è arrivata un’altra notizia: con una breve cerimonia svoltasi da qualche parte nello spazio Samantha Cristoforetti è diventata la prima donna europea a capo della Stazione spaziale internazionale. Cose dell’altro mondo.

L’altro, appunto, quello delle donne. E visto come l’abbiamo ridotto noi maschi questo povero globo, si può solo dire: avanti signore, fateci vedere cosa sapete fare.