Il Tirreno

Fa discutere

Sta male per il rumore degli spari e il sindaco vieta la caccia nella zona: il caso in provincia di Pisa

di Ilenia Reali

	Un appostamento in una zona di caccia (archivio Freepik)
Un appostamento in una zona di caccia (archivio Freepik)

Protestano i cacciatori. Il presidente dell’Atc: «Il Comune sarà responsabile di eventuali danni causati dai cinghiali»

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MONTESCUDAIO. A Montescudaio e a Guardistallo non si parla di altro. L’ordinanza firmata dal sindaco Loris Caprai che vieta la caccia in località Franatoni sta sollevando un polverone per le proteste dei cacciatori. L’Atc minaccia il ricorso al Tar e annuncia una lettera con cui riterrà responsabile il primo cittadino di Montescudaio per eventuali danni alle colture determinati dai cinghiali o per incidenti stradali causati dagli ungulati.

A questo si aggiunge il fatto che Guardistallo (l’area rientra per una parte anche nel Comune limitrofo) non prenderà decisioni analoghe. La scelta di Caprai di firmare l’ordinanza è spiegata nell’introduzione del documento che vieta la caccia fino al 31 gennaio prossimo, data di chiusura dell’attività venatoria.

In base alla documentazione inviata ai due comuni il 16 settembre 2025 una cittadina ha fatto sapere che ha «problematiche derivanti da patologie pregresse, attestate da varia documentazione, risultano gravemente acuite dalla presenza di cacciatori nelle adiacenze della proprietà e dal rumore degli spari».

Il Comune ha chiesto l’intervento della Regione che ha ritenuto non ci fossero le condizioni per un intervento di tipo regionale e quindi il sindaco ha optato per intervenire «a tutela della salute del cittadino» per l’area del suo territorio.

Una scelta che non sarà seguita da Guardistallo dal momento che il sindaco Sandro Ceccarelli ritiene che un’ordinanza come quella del collega Caprai rischi di essere annullata come accaduto per un’ordinanza firmata dal Comune di Ceprano nel Lazio.

E tra i due sindaci che interpretano la situazione in modo diverso si inseriscono le associazioni venatorie e i cacciatori della zona con il presidente dell’Atc Mauro Bettini che annuncia di essere pronto per presentare un ricorso al Tar. «La Regione non ha concesso il divieto speciale di caccia – dice – perché non ci troviamo in una zona densamente abitata e non ricorrono le condizioni della legge 33 della Lrt 3/1994.

Questo significa che dal nostro punto di vista se la signora ha problemi nel sentire gli spari non dovesse andare ad abitare in quella zona.

Il nostro ricorso però anche in caso di concessione della sospensiva difficilmente arriverebbe prima del 31 gennaio quindi per quello che ci riguarda scriveremo al sindaco ritenendo il Comune responsabile di eventuali danni derivanti alle colture o in caso di incidenti stradali. Avevamo giusto autorizzato, come prevede la legge, un controllo per l’abbattimento di cinghiali nell’area. L’ordinanza blocca anche questo tipo di interventi».

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