Il Tirreno

Super-batterio New Delhi negli ospedali della Toscana

Super-batterio New Delhi negli ospedali della Toscana

La Regione spiega di aver attivato tutte le contromisure previste per contrastare il diffondersi del batterio che resiste agli antibiotici

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FIRENZE. Tutte le Aziende sanitarie della Regione Toscana sono attivate per affrontare il fenomeno dell'imprevisto aumento di positività al batterio Ndm (acronimo di New Delhi metallo beta-lattamasi) rilevato tra fine 2018 e inizio 2019 tra i pazienti degli ospedali toscani. È un batterio tra i più resistenti agli antibiotici. Lo riferisce la Regione aggiungendo che il fenomeno presente in tutto il territorio sta interessando in particolare l'Area Nord Ovest della Toscana dove ci sono 350 pazienti portatori di batterio Ndm di cui 44 infetti con presenza confermata di batterio nel sangue. La Regione ha varato un decreto con tutte le misure di monitoraggio e intervento per contrastare il diffondersi del batterio. "Grazie all'impegno del personale - scrive la Regione - il numero di pazienti portatori dall'inizio della diffusione fino ad oggi è costantemente monitorato, i portatori sono prontamente individuati e vengono messe in atto regolarmente le dovute precauzioni igieniche per non permettere la diffusione del batterio".

È stata costituita una unità di crisi regionale in Toscana della quale fanno parte professionisti esperti in materia di infezioni correlate all'assistenza nelle diverse discipline coinvolte. Effetto di questa attività è stato il decreto regionale del 26 luglio, con il quale sono state formalizzate le indicazioni operative già fornite a tutte le strutture sanitarie toscane. Con il decreto si fissano le modalità per lo screening in ingresso al momento del ricovero e per individuare le tipologie di strutture-degenze da tenere sotto controllo. Vengono inoltre individuati indirizzi omogenei a livello regionale per la gestione, sotto il profilo igienico sanitario, dei pazienti colonizzati-infetti, comprese le istruzioni da fornire alla dimissione, i protocolli terapeutici per la gestione clinica dei casi e le indicazioni per la pulizia ambientale. È stato inoltre creato un database regionale.

"La tempestività degli interventi - spiega la Regione - ha impedito che il batterio si diffondesse in maniera significativa anche nelle altre due Aree vaste". Va ricordato che non tutti i soggetti che entrano in contatto con batteri resistenti diventano portatori e che solo una bassa percentuale dei soggetti portatori potrà contrarre un'infezione. In questi mesi la Regione Toscana è stata in costante contatto con il Ministero della salute e l'Istituto superiore di sanità, in particolare riguardo al Tavolo regionale relativo al Piano Nazionale di Contrasto dell'Antimicrobico-Resistenza (PNCAR), a partire dal marzo scorso.