La tragedia
Jacquesson che classe
Cuvée 748 conferma a 20 annidi distanza dalla prima volta
Il club dei fan (straesigente perché abituato strabene) si era già rassicurato una… Cuvée fa, arrivata dopo la cessione da parte dei fratelli Chiquet (la cui famiglia l’aveva rilevata mezzo secolo fa da Alain Thienot) della gloriosa maison, in pista già prima di inizio ’800 e dove si era fatto le ossa Joseph Krug prima di fondare a sua volta (nel 1843) la sua “modesta” casa. Il “dove”, per la cronaca, coincide col big del lusso che, oltre a marchi top del mondo moda, possiede anche Chateau Margaux, Clos de Tarte e Henriot, per citare solo un jolly per regione tra Bordeaux, Bourgogne e Champagne. E la squadra guidata dal manager Jean Garandeau, supportato in campo e in cantina da uno staff serio e rodato, ha ribadito anche col fresco rilascio della Cuvée 748 (la prima era stata la 728, basata sulla vendemmia 2000 e fuori nel 2004) di lavorare nel segno del rispetto e della continuità. Del resto dalla “cave” di Dizy non arriva una Cuvée qualunque: ma la n.20 della serie (vendemmia 2020 per base, assemblaggio di vini da parcelle di Aÿ, Hautvillers, Champillon e ovviamente Dizy (55%), più Avize e Oiry, e 2 grammi appena di dosaggio. Dunque un… extra Extra Brut figlio di annata asciutta e soleggiata salvo una parentesi piovosa (e un filo aggressiva) a giugno, con raccolta un filo anticipata sui vecchi standard ma con uve di più che soddisfacente maturità e basi vinificate e affinate in legno non “cedente”. Il carattere globale di “grande vino”, di Champagne ma grande in assoluto, che Pietro Pellegrini, del cui finissimo catalogo Jacquesson è una delle attrazioni, ricorda come biglietto da visita propostogli dal duo Chiquet fin dal primo incontro. Un’inclinazione nobilmente evolutiva che nel corso del 2025 verrà ribadita dall’uscita della versione “sboccatura tardiva” della Cuvée 743, che nel 2020 aveva visto la luce in veste “normale” e ora torna in quella esaltata da 89 mesi sui lieviti. In rampa, per la gioia degli “happy fwew” che riusciranno ad accaparrarseli, anche tre “lieu dit”, i rari Jacquqesson da singola vigna: il Dizy Terres Rouges 2014, 100% Pinot Nero; L’Avize Champ Caïn 2014, che invece è tutto Chardonnay proprio come il Dizy Corne Bautray2013, figlio illustre di vigne piantate nel 1960. l
Antonio Paolini