Il personaggio

L'estate da sogno di Canini, dai sacrifici al successo: «Quando stuccavo i mobili con babbo»

di Tommaso Silvi
A sinistra Jonathan Canini sul palco dello spettacolo a Castiglioncello
A sinistra Jonathan Canini sul palco dello spettacolo a Castiglioncello

Domenica 10 settembre chiuderà il tour del suo nuovo spettacolo, “Vado a vivere con me”, a Pisa. Circa 5mila biglietti venduti nelle varie date in Toscana

02 settembre 2023
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A 17 anni lavorava nella falegnameria del padre. «Grattavo e stuccavo i mobili preparandoli alla verniciatura». La sera, invece «facevo il cameriere». A 20 anni la scelta di investire «tutti i risparmi nell’acquisto dell’attrezzatura per girare video».

A 22 la scuola di regia, «senza abbandonare il palcoscenico, tra feste di paese e qualche sagra». Oggi Jonathan Canini di anni ne ha 29. E domenica 10 settembre chiuderà il tour estivo del suo nuovo spettacolo, “Vado a vivere con me”, a Pisa, in piazza dei Cavalieri (biglietti su Ticktone). Un successo assoluto con circa 5mila biglietti venduti.

Com’è cambiata la sua vita negli ultimi cinque anni?

«Diciamo che si è rivoluzionata. Ma non è accaduto per caso, io ho sempre creduto che un giorno avrei fatto della recitazione e della comicità il mio lavoro. Anche quando entrando nel bar del mio paese, in provincia di Pisa, mi prendevo le battutine tipo “È arrivato l’attore, eccolo. Quando ti si vede al cinema?”».

Dopo cortometraggi e monologhi amatoriali, la sua vera svolta si è concretizzata con “Cappuccetto Rozzo”, lo spettacolo che ha portato nei teatri negli ultimi anni.

«Non ricordo il numero esatto, Cappuccetto Rozzo è stato replicato in 46 o 47 date. Dalla fine del 2018 nel teatro di Santa Maria a Monte, dove abito, ai più grandi teatri toscani».

E poi la spinta dei social. Il suo vero trampolino verso la notorietà.

«Assolutamente. Grazie al web mi sono fatto conoscere a tantissime persone, che evidentemente si sono divertite e hanno scelto di continuare a seguirmi».

Il Fattone, Pamela, il Livornese, il Pisano, il Lucchese, il Fiorentino e molti altri. Che ruolo hanno i suoi personaggi in “Vado a vivere con me”?

«Di sicuro un ruolo importante, perché mi caratterizzano. Dopo le sei repliche al teatro di Prato ho deciso di inserire anche l’Anticiclone africano che parla l’italo-senegalese. In tanti mi hanno chiesto come mai non fosse presente nello spettacolo, e ho deciso di modificare il copione».

La regia è quella di Walter Santillo.

«L’aiuto che mi ha dato, tra consigli e trucchi del mestiere, è fondamentale. Con lui sto crescendo come artista».

Come definirebbe “Vado a vivere con me”?

«Diverso da Cappuccetto Rozzo. Più personale, calibrato sulla mia esperienza di vita. E sulla novità di andare a vivere da solo».

Versiliana, Capannori, Castelnuovo Garfagnana, Castiglioncello. Un bagno di folla e tante risate. La gente si diverte e sempre più persone siedono in platea per i suoi spettacoli. Compresi Carlo Conti, Leonardo Fiaschi e Ubaldo Pantani.

«Vivo alla giornata. So bene che il successo è una cosa strana, che ti ammalia e potrebbe lasciarti da un momento all’altro. Vedere attori e comici di grande fama in prima fila ai miei spettacoli mi emoziona e un pochino mi spaventa. Ma è bellissimo».

E se le proponessero il cinema?

«Direi di sì. Anzi, non vedo l’ora».

 

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