Musica

Mengoni e il suo ultimo lavoro: «Migrazioni e uguaglianza, un disco che mi fa riflettere»

di Luca Trambusti
Mengoni e il suo ultimo lavoro: «Migrazioni e uguaglianza, un disco che mi fa riflettere»

«Filtro emozioni e le restituisco. Elodie? Bello cantare con lei»

24 maggio 2023
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È lungo mettere in fila ciò che è successo ultimamente a Marco Mengoni. Le sue due prime volte negli stadi, la vittoria a Sanremo e poi l’Eurovision. «Il 2023 è partito molto bene – dice Mengoni – c’è tanta stanchezza ma risultati oltre le aspettative».

A questo si aggiunge la parte discografica che vede uscire venerdì il terzo capitolo della trilogia “Materia” che questa volta diventa “Prisma”. Perché?

«È un disco in cui rifletto su molte cose. Il prisma mi ha sempre affascinato perché è un oggetto che fa entrare la luce di un solo colore, assoluta e svela i miliardi di colori che la compongono. Mi piace pensare che anche io come uomo sia così: prendo una cosa la filtro attraverso le mie emozioni e la restituisco con tante sfumature».

Il disco contiene “Pazza musica”, un duetto con Elodie. Come arriva?

«Da tempo io ed Elodie ci dicevamo che dovevamo fare qualcosa insieme, perché è nata anche una bella amicizia. In fase di scrittura del disco è arrivato questo brano e subito ho pensato a lei. Sarà un singolo per l’estate e contenendo la mia grande passione per la musica afro-americana, si scontrerà con i ritmi latini e il reggaeton dei brani estivi».

A un brano “leggero”, solare come “Pazza Musica” fa controcanto “The damned of the earth”, che parla di attualità, di migrazioni, di caporalato e contiene il frammento di un discorso di Mandela.

«Il brano parte dalle riflessioni di Frantz Fanon, antropologo e psichiatra, che ha posto il problema di come avere un diverso approccio a chi ha una base culturale che arriva da storie e culture differenti. Ci sono tante cose su cui riflettere e tra queste una è come trovare strade migliori per accogliere chi scappa da posti non tranquilli e le differenze tra nord e sud del mondo».

In “Non sono questo” si parla di sbagli. Quali sono quelli che Mengoni ha fatto?

«Gli sbagli sono una delle parti più importanti della mia vita. Ne parlo anche in “Due vite”, gli errori sono spunti di riflessione per se stessi e tendono a cambiarci nel nostro modo di relazionarsi con gli altri. In cima alla classifica dei miei errori c’è quello di non aver ascoltato abbastanza le persone e me stesso. Nel crescere ti accorgi che non hai dato tempo e analizzato quello che altri ti richiedevano e ora non puoi più farlo, perché non puoi più parlare con quella persona. Non ho dedicato tempo a chi mi voleva far capire e comunicare qualcosa. Adesso ho l’opportunità di dedicare qualche ora con una terapeuta».

A Liverpool ha sfilato con la bandiera arcobaleno.

«Era una bandiera per l’inclusività totale e sventolata in quel contesto ha avuto una grande forza mediatica. In Italia succedono cose che non capisco e che invece vorrei capire, non solo combatterle. Credo nell’inclusività e chi viene ritenuto minoranza è parte integrante della società. Mi fanno paura le idee di questo governo, non ne capisco l’origine, se è un esercizio dittatoriale o se serve per farne parlare. Mi spaventa l’assolutismo delle cose date per certe come se alcune persone non esistessero, non andassero al supermercato, non avessero diritti».
 

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