Il Tirreno

Lassù sul Ponte del diavolo

di Stefano Adami
Lassù sul Ponte del diavolo

L’ardita costruzione a Borgo a Mozzano e la suggestiva leggenda medievale

16 dicembre 2022
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Il Ponte del diavolo appare quasi d’improvviso, con la sua lunga campata, e il suo innalzarsi verticale di pietra verso chissà quale altezza, mentre si segue il cammino apparentemente tranquillo del fiume Serchio, traversando la provincia di Lucca. Proprio per questo, per i modi particolari in cui è costruito, il ponte è noto come “Ponte del diavolo”. Secondo il racconto comune, infatti, solo il diavolo avrebbe potuto costruire un ponte slanciato così in alto.

La leggenda racconta infatti che, durante il Medioevo, il capo degli operai addetti alla costruzione del ponte era molto preoccupato per i ritardi dovuti alle continue piene del Serchio, e alle varie difficoltà della messa in opera. A causa del nervosismo e della preoccupazione, il capo dei costruttori bestemmiava continuamente, al punto da evocare il diavolo in persona. Che promise all’uomo di completare il ponte in una sola notte, in cambio però della prima anima che l’avrebbe attraversato. Il capomastro, pensando solo alla conclusione dei problematici lavori, accettò. E se ne andò a dormire a cuor leggero. Ma la mattina dopo, quando, alzatosi, vide il ponte completato alla perfezione, si sentì precipitare in un baratro di terrore. Come avrebbe fatto, con la promessa che il diavolo gli aveva strappato? Come poter condannare un innocente all’inferno? Non sapendo bene cosa fare, il capomastro corse in paese, e chiese a un sacerdote di confessarlo. Nel segreto della confessione, l’operaio raccontò tutto e chiese al prete cosa fare. Il sacerdote gli propose di usare uno stratagemma. Di far attraversare, in realtà, il ponte ad un cane, come primo essere che l’avrebbe attraversato. Il diavolo, a questo punto, non avrebbe avuto scelta: doveva prendere l’anima del cane, e abbandonare il ponte e tutte le persone che vivevano nella regione. E così andarono le cose, infatti. Rientrato al ponte, l’operaio trovò un cane a cui fece attraversare la struttura. Furioso per il modo in cui era stato raggirato, il diavolo si impadronì dell’anima del cane, e, buttandosi nel fiume, sparì. Senza mai fare più ritorno in quel luogo.

La leggenda ci racconta ancora che il cane che il capomastro riuscì a trovare era un pastore maremmano candido. E che, ancora oggi, attraversando il ponte e guardando verso le acque del fiume, si possa vedere il corpo pietrificato di quel cane sul fondo del Serchio. Un altro cane si può vedere ogni tanto attraversare il ponte. Sarebbe il diavolo incarnato nella bestia, che cerca ancora l’anima del capomastro da portare con sé all’inferno. Questo ci racconta ancor oggi la leggenda sul Ponte del diavolo.

La storia, in realtà, ci racconta che nell’undicesimo secolo fu già la contessa Matilde di Canossa a volere la messa in opera di un ponte che unisse le due sponde del fiume Serchio. Non conosciamo bene tutte le fasi della costruzione dell’opera, ma si sa che il ponte fu completato alla fine del XIV secolo, secondo il volere di Castruccio Castracani, all’epoca signore del luogo. È certo comunque il fatto che il fiume Serchio, con la forza delle sue correnti e delle sue piene, aveva reso la conclusione dell’opera particolarmente lunga e complicata. Ed è certo da questa difficoltà che si originò la leggenda della costruzione del ponte ad opera del diavolo. Il ponte, poi, fu nuovamente rimaneggiato nel 1836, e ancora nel 1900, a causa della costruzione di un vicino passaggio ferroviario.

L’opera, inoltre, all’inizio della costruzione si chiamava ponte della Maddalena, proprio perché vicino ad essa era stata costruita anche una piccola cappella dedicata appunto a Maria Maddalena. La leggenda, in realtà, è particolarmente interessante per molti aspetti, tra cui il coinvolgimento dell’anima di un animale. Ed in effetti, attraversando il bellissimo ponte ancor oggi, si può davvero sentire, salendo verso il suo culmine, qualcosa di oltreumano, nel panorama che si può cogliere guardando le due sponde verdissime del Serchio. O gettando lo sguardo verso il fondo del fiume, dove corrono le acque veloci, nascondendo forse ancora il corpo del cane, e quello del diavolo stesso. Una volta attraversato il ponte, e goduto della sua vista da diverse angolature, si può anche visitare il vicino Borgo a Mozzano. Il borgo è sicuramente più antico del ponte, ed offre al viaggiatore numerosi luoghi di grande interesse. Uno fra tutti, il meraviglioso chiostro del convento di San Francesco.
 

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