Contini a Viareggio, l’arte è più bella
Ecco l’inaugurazione della galleria, all’interno opere dei Mitoraj e Atchugarry
VIAREGGIO. Da anni Viareggio non aveva una galleria d’arte moderna di prestigio. Domani sul lungomare davanti al “Palace”, si inaugura la “Contini arte” di Stefano Contini, diretta dal figlio Federico, viaregginissimo, perché la mamma, Francesca, una donna bellissima e seduttiva, era figlia del proprietario del noto “Moulin Rouge”, meta fissa di tanti nottambuli degli anni’60.
Federico Contini, è un giovane di capacità e talento, che nella galleria si circonda di opere prestigiose che vanno da maestri come Igor Mitoraj a Pablo Atchugarry, alle poltrone di Chiara Tolomeo, che fu la compagna di Gian Carlo Vigorelli e che, di recente, ha esposto alla GAMC.
Una volta, tanti e tanti anni fa, diciamo nel secolo scorso, la città possedeva numerose gallerie d’arte. Nel dopo guerra, le aveva iniziate un pittoresco poeta, Cristoforo Mercati, in arte “Krimer”, che era stato alto dirigente del ministro della cultura fascista e si era procacciato numerose amicizie, da Viani a Carrà, da De Chirico a Maccari.
Mercati aprì la famosa “Bottega dei Vageri” in via Foscolo e presto divenne meta di artisti, critici, collezionisti. Fece anche numerosi premi, che si concludevano con pantagrueliche e allegre cene da “Baghino” e alla “Costa dei Barbari”. Nonostante il suo mai rinnegato credo politico, era anche amico stretto di Renato Santini, che a sua volta, era amico di Renato Guttuso e rappresentava in città la cultura di marca comunista. Dopo i “Vageri”, che richiamava a Viani, alle atmosfere vianesche e dunque propendeva per una pittura tradizionale, post-macchiaiola, espressionista; si affacciarono alla ribalta, come galleristi, i fratelli Marchi, che aprirono bottega dove adesso c’è il ristorante “L’Assassino”, davanti a “Tito del Molo”.
Anche i Marchi propendevano per la pittura storica, facevano mostre, presenti noti ministri ed ospitavano letterati quali Montale, Repaci, Cancogni, Maccari. Vi muovevano i primi passi da pittore (poi affermatissimo) Mario Francesconi. Dopo i Marchi aprirono in passeggiata le gallerie “Ferretti” e “Denti” (accanto al bagno Paradiso) , in questa galleria dirigeva Fello Barsotti, scrittore lucchese, già detto a “Maestoso”.
In questi tempi molto si discuteva di pittura. Vi erano artisti come Eugenio Pieraccini, Pardini, Martinelli, Luporini, Marcucci, che facevano dibattiti anche accesi.
Nel frattempo un ragazzotto appassionato di collezionismo, il Matteucci, si metteva a frequentare i Marchi ed in breve diveniva uno dei più illuminati, richiesta nei pareri in ogni dove nel mondo.
Poi le gallerie chiusero, una dopo l’altra. Resistette Matteucci, riapparve col pittore Del Pistoia, con una sede dei “Vageri”, in periferia sull’Aurelia.
Ma il mercato abbandonò la città. L’arte figurativa subiva scosse tremende a livello internazionale. Nel bel documentato libro “Artivismo”, il critico e “Il Corriere”, Vincenzo Trione (candidato al “Viareggio saggista”) , ben racconta i mutamenti, dell’arte sulla tela, dipinta, alle performance visionarie che paiono più teatro che arte figurativa. La provocazione, ormai, vince su tutto.
La galleria non avrebbe più senso. Invece Stefano Contini, che è il principe dei galleristi italiani (con sedi a Venezia, Milano, Londra) , continua a credere se non nella pittura tradizionale, almeno nell’arte da parete, da salotto, alla sculture celebrative come quelle di Mitoray e di Parck. Ed allora eccolo riconquistare la Versilia, da Forte dei Marmi a Pietrasanta, ora a Viareggio con questa “coraggiosa” galleria che riaccende il dibattito sugli artisti: devono essere intellettuali, attivisti delle cronache politiche o devono saper offrire immagine alla sempre eterna bellezza?
Federico Contini, al centro del nuovo luminoso spazio, mi indica un’opera del ballerino russo Baryshnikov, coreografo e regista di fama internazionale.
Qui egli, che potrebbe esibirsi col corpo armonioso e possente, torna invece, come esibizione di pensiero, alla tela, alla pittura. Quest’arte allora, non è morta. I Contini vi credono ed affacciandosi a Viareggio, lanciano un’ennesima sfida.