Argentario monte nel mare, fra paesaggi mozzafiato e storia
Porto Santo Stefano regala un colpo d’occhio memorabile. Le vestigia medievali e della dominazione spagnola a Porto Ercole e poi la laguna di Orbetello
La preziosa, screziata area del Monte Argentario si apre poco dopo aver superato Grosseto, sulla destra, in direzione di Roma. È qui che si giunge, attraverso una grande piana che era un tempo, ed è ancora, il regno dei butteri, all’entrata del grande Parco Nazionale dell’Uccellina. L’entrata del parco alterna immense pianure a ricchissime zone umide, boschi nascosti, punteggiate qui e là da opulente vacche del Sole, e colli che si rincorrono fino al mare. In queste zone, vari anni fa, il regista Daniele Luchetti ambientò un divertente film, “Domani accadrà”. L’epopea romantica e picaresca di due ingenui butteri maremmani, con una piccola parte sostenuta da Nanni Moretti.
Acqua cristallina
Negli anni ’20 del Novecento, poi, ormai cent’anni fa, il regime mussoliniano sostenne il trasferimento in quest’area di molte famiglie venete, per completarne la bonifica. Oggi, tagliando la piana, tra boschi, sabbie e pianure, si arriva ad uno dei suoi primi comuni sul mare, Porto Santo Stefano. Che regala uno dei colpi d’occhio più poetici e memorabili di tutta la costa toscana. Anche qui dolci colli in alternanza si rincorrono a picco sul mare, fino a raggiungere il Porto di Santo Stefano. L’acqua è uno specchio cristallino e trasparente. Cosi trasparente che, allungando una mano, sembra di poter toccare i fondali.
Il convento e la vetta
Ma il Monte Argentario è davvero una notevole ed ampia altura sui flutti. Risalendola, infatti, si può arrivare al convento della Presentazione al Tempio, importante edificio settecentesco che è sede della Congregazione dei Padri Passionisti. Il Convento, nelle varie stagioni dell’anno, ospita persone che vogliano trascorrervi periodi di riposo, di meditazione e raccoglimento.
Dopo aver visitato il Convento e l’area circostante, è possibile salire fino alla sommità del Monte, che supera i 500 metri sul livello del mare. Anche qui la vista su un’ampia parte dei golfi che si accavallano, sulle isole e sui campi di flutti, è memorabile.
Palazzi e fortezze
Riscendendo verso la pianura, si può poi prendere la strada in direzione di Porto Ercole, dove troviamo numerose vestigia della lunga storia di quest’area. Particolarmente interessante, per esempio, a Porto Ercole è infatti il Palazzo dei Governanti, sontuoso lascito dell’epoca in cui tutta questa costa era dominata dagli spagnoli, nel Cinquecento. Altrettanto affascinante è la Rocca Aldobrandesca, che risale ad una età più antica, in cui, nel Medioevo, la parte meridionale della Toscana era dominata appunto dalla potente famiglia Aldobrandeschi. Poco fuori dall’abitato, si trova ancora un affascinante, munitissimo forte spagnolo. Il Forte Stella, edificato dallo Stato spagnolo dei Presidi per dominare e controllare tutta l’area e le sue coste.
Gli spagnoli e il barocco
Scendendo ancora da Porto Ercole, si può uscire dall’area del Monte Argentario attraverso un altro dei suoi importanti passaggi. La cittàdi Orbetello. Costruita dalle sue linee razionali, parallele, Orbetello sembra davvero una precisissima zattera che domina dall’interno del Monte Argentario la sua grande laguna. Il centro storico della città è particolarmente affascinante. Viuzze, slarghi e facciate sono notevoli segni della presenza spagnola in età barocca. Fino a pochi anni fa, inoltre, un piccolo museo situato davanti alla Cattedrale ospitava il grande, meraviglioso Frontone di Talamone. Un notevole frontone di un tempio etrusco, in terracotta, che narrava nelle sue fascinose figure un mito fondativo ricostruito dalla fantasia etrusca. Ma la lunga storia di Orbetello non trova i suoi momenti salienti solo nell’antichità.
L’impresa di Balbo
Negli anni ’20, il pilota e vecchio combattente fascista Italo Balbo riuscì a convincere Mussolini a sostenere un suo progetto. Secondo Balbo, infatti, per la sua posizione sulla laguna chiusa, Orbetello era il posto giusto per ospitare una scuola di preparazione ad una ambiziosa operazione da lui progettata e poi realizzata. Due traversate oceaniche realizzate con una flotta di idrovolanti di completa fabbricazione italiana. Fu proprio ad Orbetello che i trasvolatori si prepararono alla missione, ed è proprio da Orbetello che partirono. Per arrivare a Chicago e New York.
© RIPRODUZIONE RISERVATA