Il Tirreno

Una strizzata d’occhio a Sanremo e tanti “fuoriclasse” sul palco ma al Concertone manca la gente

Luca Trambusti
Da sinistra Noel Gallagher, Gianna Nannini e gli Zen Circus, tre dei grandi protagonisti del Concertone del Primo maggio
Da sinistra Noel Gallagher, Gianna Nannini e gli Zen Circus, tre dei grandi protagonisti del Concertone del Primo maggio

Sei ore di diretta sulla Rai e in streaming, molti i reduci dal Festival con la “chicca” di Noel Gallagher

28 aprile 2021
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Per il secondo anno consecutivo, a causa dell’emergenza sanitaria, il concerto del 1 Maggio, organizzato dai sindacati confederali, lascia la tradizionale location di Piazza San Giovanni a Roma. Per questa edizione 2021, a differenza dello scorso anno, il “Concertone”, si trasferisce alla Cavea dell’Auditorium del Parco della Musica dove si svolgerà in diretta e in forma live a favore esclusivo (per ora) delle telecamere. «Sempre nella massima sicurezza – dice Massimo Bonelli, per il settimo anno alla direzione artistica del festival – torniamo alla dimensione live con una diretta vera. Applicheremo il protocollo già usato nella scorsa estate e ora rivisto. Ogni artista, “tamponato”, sarà in una bolla. Arriverà poco prima della sua esibizione, entrerà in una stanza sanificata, senza incontrare nessuno se non i pochi dell’organizzazione, salirà sul palco e uscirà da una parte differente dall’entrata».

SEI ORE DI DIRETTA

Una procedura complessa ma necessaria per permettere l’organizzazione che comunque è sottoposta al pericolo di contagi che potrebbero rivoluzionare il calendario dell’evento. Nelle sei ore di diretta (dalle 16,30 su Rai3, Rai Radio2 e Raiplay) si alterneranno tantissimi artisti, tra cui molti presenti al Festival di Sanremo, generando così una particolare sovrapposizione. «Era il cast di Sanremo ad essere tanto “primo maggio” – dice sorridendo Bonelli – artisti come Dimartino e Colapesce, i Coma ose o La Rappresentante di Lista sono già stati in Piazza San Giovanni». La mancanza del pubblico in presenza sposta tutto verso il “solo” evento televisivo, obbligando l’adeguamento del cast che viene così allargato (come peraltro già successo a Sanremo 2021). «Questo – dice il direttore artistico – penso sia il giusto cast per una fruizione televisiva. È un “grandangolo” sulla musica italiana, con un taglio culturale che racconta una certa realtà. Personalmente sono rigoroso nei miei gusti, ma qui non faccio il cast per la mia festa di compleanno. Trovo che ci siano artisti super validi anche di generi che non ascolto».

I 40 ARTISTI

Lunghissima la lista dei presenti (l’elenco degli oltre 40 artisti sul sito www.primomaggio.net); si va dagli “alternativi” Apres La Classe con i Sud Sound System a Fedez passando tra gli altri per Enrico Ruggeri, Gianna Nannini, Motta e Zen Circus. Inoltre ci saranno due stranieri: Noel Gallagher e LP. Sul primo si sta ancora decidendo se sarà in presenza, mentre la seconda fornirà il suo contributo a distanza. Ma il cast non è ancora chiuso e Bonelli è in attesa della conferma di un nome importante, un artista mai salito prima sul palco del “concertone”. «La quasi totalità dei presenti – svela il direttore artistico – ci hanno contattato per esserci, avevano piacere e voglia di stare su quel palco. Hanno sentito l’evento come un’importante chiamata alle armi e tutti vengono per dare e dire qualcosa» Certo per molti è un’occasione per tornare, pur in assenza di pubblico, a esibirsi live. Sicuramente è un momento di speranza per il futuro ma anche di lavoro per quegli operatori che ruotano intorno ad un concerto. D’altronde un evento organizzato dai sindacati non poteva che essere occasione e opportunità di lavoro. In questo periodo di assenza di spettacoli intorno al settore musicale, al suo valore e importanza, si è discusso parecchio, senza però approdare a nulla di concreto. «Spiace pensare che dalle Istituzioni non venga percepito sino in fondo il valore dell’anima e delle emozioni che regala la musica e la cultura in genere – fa notare Massimo Bonelli – nel mio piccolo cerco di organizzare eventi in cui la musica non è solo varietà e spettacolo ma anche veicolo per altri contenuti. Noto però che si potrebbe fare di meglio da parte dei diversi operatori, fare più gruppo. Nella filiera produttiva e artistica ci sono diversi pensieri ed esigenze, ma non sono mai nate delle realtà consorziate ed unite per parlare in maniera unica dei problemi. Si sono sempre presentate diverse frange e divisi siamo meno forti, fragili e senza forza contrattuale”. È mancata l’unità generale del settore». —

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