Italia allo sbando, ora Spalletti è a rischio. Le tre ipotesi sul successore: il clamoroso ritorno, la sorpresa e il sogno dei tifosi
La Nazionale guarda avanti dopo la disfatta contro la Norvegia, ma il ct è a rischio. Martedì il faccia a faccia con Gravina
Luciano Spalletti è finito al centro delle polemiche dopo la pesante sconfitta per 3-0 contro la Norvegia, che ha ulteriormente complicato il cammino dell’Italia verso la qualificazione ai Mondiali 2026. Il ct, già in discussione dopo l’eliminazione agli ottavi degli Europei contro la Svizzera, ora rischia concretamente di essere sollevato dall’incarico: la partita contro la Moldova, in programma lunedì 9 giugno a Reggio Emilia, sarà decisiva per il suo futuro. Martedì è previsto un incontro tra Spalletti e il presidente federale Gabriele Gravina, che potrebbe sancire la fine della sua avventura azzurra.
La sorpresa Pioli
Negli ambienti federali e sulla stampa sportiva sono già iniziati i ragionamenti sui possibili successori. Tra i nomi più caldi spicca quello di Stefano Pioli, ex allenatore del Milan e attualmente all’Al Nassr in Arabia Saudita. Pioli viene considerato un profilo di esperienza e affidabilità, capace di gestire la pressione e di lavorare con i giovani.
La suggestione Ranieri
Un’altra suggestione che circola è quella di Claudio Ranieri: il tecnico romano, che ha appena annunciato il ritiro dal calcio, resta una figura molto stimata sia dalla Federazione che dai tifosi. Ranieri rappresenterebbe una soluzione di grande esperienza e carisma, anche se la sua scelta di lasciare le panchine potrebbe complicare un eventuale ritorno in campo.
Il clamoroso ritorno di Mancini
Infine, tra i papabili c’è anche Roberto Mancini. L’ex ct, attualmente impegnato sulla panchina dell’Arabia Saudita, avrebbe manifestato interesse per un possibile ritorno, ma il rapporto con la FIGC, dopo l’addio burrascoso, è tutto da ricostruire.
Le prossime ore saranno decisive: una nuova battuta d’arresto potrebbe spingere la FIGC a cambiare guida tecnica, con Pioli, Ranieri e Mancini pronti a raccogliere un’eredità pesante e rilanciare le ambizioni della Nazionale.