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Paolini, Volandri e Musetti: dalla Bjk alla Coppa Davis, la firma della Toscana sul grande tennis

di Andrea Rocchi

	Lorenzo Musetti, Filippo Volandri e Jasmine Paolini
Lorenzo Musetti, Filippo Volandri e Jasmine Paolini

L’ex tennista livornese è diventato il primo commissario tecnico italiano a vincere due Coppe Davis di seguito: la storia dei nostri campioni

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C’era un ragazzino di sette anni che palleggiava a Villa Lloyd, il più vecchio circolo tennistico di Livorno, e che chiedeva a tutti, grandi e piccini, di fare due scambi quando si era stufato di martellare il muro con la racchetta che babbo Renato gli aveva regalato. Racconterà più tardi, quel ragazzino diventato uomo, di averlo “bucato” quel muro, tanto ci giocava. E che i campi in terra battuta di Villa Lloyd erano diventati ormai la sua seconda casa con la mamma che doveva portarlo via di forza perché c’erano i compiti da fare e la scuola veniva prima di tutto.

Chissà se il piccolo Filippo Volandri ha mai pensato che un giorno sarebbe entrato nella storia del tennis, diventando il primo commissario tecnico italiano a vincere due Coppe Davis di seguito, riuscendo con l’umiltà, la passione e soprattutto il rigore che lo ha sempre contraddistinto a forgiare un gruppo di campioni, trasformando il talento individuale in un marchio di squadra. Forse, più semplicemente, avrebbe desiderato diventare un bravo giocatore. E così è stato, perché Volandri a soli 22 anni era tra i primi 50 tennisti del mondo, arrivando nel 2007, al n. 25, il suo miglior piazzamento. Ma oggi, a 43 anni compiuti il 5 settembre, quel ragazzino che massacrava il muro e gli avversari con quel rovescio a una mano diventato il suo marchio di fabbrica, è entrato nella storia del tennis mondiale conquistando la terza Davis italiana, la sua seconda in serie dopo l’impresa spagnola del 2023.

Lo scorso anno aveva già fatto un miracolo sportivo riportando l’insalatiera in Italia 47 anni dopo la prima volta. Oggi, a Malaga, ha chiuso il biennio perfetto predicando rigore e umiltà, ricordando che Jannik Sinner è un fuoriclasse irraggiungibile e Matteo Berrettini è al suo riscatto assoluto. Ma elogiando anche la professionalità di Cobolli e Arnaldi, molto di più di due rincalzi, perché “senza di loro oggi non parleremmo di una finale”, ha detto il capitano. C’è la Livorno di Volandri come c’è la Carrara di Lorenzo Musetti, in questa Davis. C’è una Toscana d’oro del tennis che si gode anche le imprese e il sorriso di Jasmine Paolini. E sogna ancora. «Vogliamo aprire un ciclo», aveva detto Filippo già da Bologna, prima di Malaga. Intanto, è già nella storia: Volandri, il nostro Capitano.
 

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