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Jasmine Paolini, la racchetta a 5 anni e il non problema dell’altezza

di Andrea Rocchi

	Jasmine Paolini
Jasmine Paolini

Dal decollo a Bagni di Lucca all’impresa di Parigi: chi è la nuova campionessa del tennis italiano

08 giugno 2024
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Renzo Furlan, il suo allenatore, ha detto che l’estate scorsa “è scattato qualcosa in lei”. I due si erano incrociati alcuni anni fa a Tirrenia, al Centro Coni. E lei, saputo che era libero, lo aveva ingaggiato come coach. Oggi Furlan si gode l’impresa di Jasmine Paolini. Ma non è sorpreso. Alla Gazzetta dello Sport ha spiegato due cose che stanno dietro ai risultati della tennista lucchese: la maturazione mentale (il successo è arrivato a 28 anni) e la caratteristica sul campo: “una lottatrice”. Tanto basta per vederla oggi sfidare un mostro sacro del tennis come la Swiatek, campionessa polacca. E un po’ di Polonia – guarda caso – è anche nel dna di Jasmine.

Nata 4 gennaio 1996 (quindi ha 28 anni) a Castelnuovo Garfagnana da padre italiano, originario di Lucca, e madre polacca, che a sua volta è metà polacca e metà ghanese. Cresciuta a Bagni di Lucca, dove il padre Ugo gestiva un bar, Jasmine ha ereditato la passione per il tennis dal padre ma, soprattutto, dallo zio Adriano che l'ha portata per la prima volta sui campi in terra rossa del Tc Mirafiume di Bagni di Lucca. Aveva soltanto 5 anni e già una grinta da vendere. Durante l’infanzia Jasmine è stata parecchie volte in Polonia, in particolare a Lodz dove vivono i parenti della mamma Jacqueline, e questo le ha permesso di imparare anche il polacco. Proprio il padre Ugo, pochi mesi fa, dichiarò al Tirreno: «Nel cuore di Jasmine i ricordi dei suoi inizi, con i maestri Marco Picchi e Ivano Pieri, occupano un posto speciale. A differenza di tanti bambine che, magari, hanno provato più sport prima di sceglierne uno definitivo, Jasmine si è subito innamorata della racchetta».

A 15 anni è entrata al centro federale di Tirrenia, e la Toscana è stata ed è una parte determinante della sua vita tennistica divisa fra Pisa, Forte dei Marmi e la Lucchesia. Poi i tornei in giro per il mondo, e le montagne russe con un saliscendi di risultati. Ma è questo 2024 che per lei diventa un anno magico: dopo l’approdo agli ottavi di finale dell’Australian Open, a febbraio alza il trofeo del Wta 1000 di Dubai (terza italiana di sempre dopo Flavia Pennetta - alla quale si ispira - e Camila Giorgi) dopo aver sconfitto in finale - guarda il caso - Anna Kalinskaya, la fidanzata di Jannik Sinner.

Il (falso) problema dell’altezza (Jasmine è alta 1 metro e 63cm) non ha mai rappresentato un grosso problema per lei e già sei anni fa, in un’intervista, aveva detto: «Non è un deficit enorme. Io più alta? Forse servirei un po’ meglio, ma magari sarei meno agile». Oggi Roland Garros ce lo conferma in pieno. E Jasmine può sorridere fiera al mondo intero.
 

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