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Prato, addio a Bertini: una vita per la cultura

di Riccardo Tempestini

	Sandro Bertini
Sandro Bertini

L’architetto era stato assessore con Martini, presidente del Museo Pecci e restauratore del Teatro Metastasio

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PRATO. Con Sandro Bertini se n’è andato un altro pratese doc che ha fatto la storia della cultura cittadina per diversi anni, in molteplici ruoli, ma soprattutto con la grande passione per il teatro. Venerdì mattina, 14 novembre, nella sua casa di via Firenze, dove viveva con il figlio Tobia, è deceduto a quasi 80 anni per complicazioni di una patologia che lo aveva afflitto per tutta la vita, ma che non gli aveva impedito di praticare la pallacanestro fin da quando frequentava il Liceo scientifico Cicognini, nell'unica sezione presente a Prato, dove aveva conosciuto Lucia che poi sarebbe diventata sua moglie, deceduta alcuni anni fa. Ma per le elementari era stato alla scuola annessa al Seminario vescovile, vicino all’abitazione di famiglia in via Oberdan dove il padre aveva un grande laboratorio di falegnameria, celebrato in tutta Italia. Bertini era diventato architetto, realizzando piani strutturali e progetti pubblici anche per il territorio di Poggio a Caiano e Vaiano, ma amava soprattutto l'urbanistica e la scenografia, formatosi al Laboratorio di Luca Ronconi, collaborando anche con Gae Aulenti, e interessato da sempre alla politica, fu nominato assessore alla cultura nella seconda giunta di Claudio Martini , fu anche presidente del Centro Pecci, durante le direzioni di Ida Panicelli e Antonella Soldaini ma la sua grande passione fu il teatro, dedicandosi anche al restauro del Metastasio, di cui è stato presidente dal 1999 al 2004 e alla costituzione del Magnolfi. La salma è esposta nelle cappelle del commiato della Misericordia. I funerali si svolgeranno lunedì 17 alle 10 nella chiesa della Sacra Famiglia.

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