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Il Bisenzio è una minaccia per case e aziende a Prato sud: i rischi in caso di rottura dell’argine – Lo studio

di Alessandro Pattume

	La presentazione dello studio commissionato da Confindustria Toscana Nord
La presentazione dello studio commissionato da Confindustria Toscana Nord

L’indagine di Confindustria realizzata dalla società Orisha con il coordinamento di Enio Paris, professore emerito di Idraulica all’Università di Firenze: «Vogliamo dare una base scientifica per gli interventi». Agna: sotto i riflettori la sponda sinistra

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PRATO. Il fiume Bisenzio a valle della città di Prato e la sponda sinistra del torrente Agna, verso Montemurlo. Sono questi i punti in cui la rottura di un argine provocherebbe maggiori danni alle imprese e alle abitazioni secondo lo “Studio per la valutazione del rischio idraulico da collasso arginale in alcune zone della provincia di Lucca, Pistoia e Prato”, commissionato da Confindustria Toscana Nord alla società Orisha sotto il coordinamento di Enio Paris, professore emerito di Idraulica all’Università di Firenze.

«Diamo una base scientifica ai rischi connessi al crollo degli argini in modo da consentire alle istituzioni una programmazione complessiva degli interventi da fare – ha spiegato Fabia Romagnoli, presidente di Confindustria Toscana Nord – Confidiamo che se ne voglia tener conto e che se ne colgano le indicazioni, a iniziare da quelle linee guida dell’autorità di distretto Appennino settentrionale nel cui perimetro si dovranno collocare gli interventi».

Lo studio evidenzia prima di tutto che il sistema arginale del Bisenzio è talmente frammentato per composizione di suolo e tecniche costruttive da rendere difficile in molti tratti sondaggi e rilievi. Una difficoltà che unita la cambiamento climatico, dice Confindustria, «fa sì che il sistema possa collassare ovunque e che con le conoscenze attuali l’evento non sia prevedibile con un sufficiente grado di certezza».

Preoccupa soprattutto il tratto a valle della città di Prato dove «l’intensità abitativa e la densità degli insediamenti industriali è sostanzialmente equivalente fra le due sponde del fiume – spiega Enio Paris – Alcune criticità arginali rilevate sia nel fiume principale che nel reticolo secondario, la prossimità della Firenze-Mare e di altre importanti infrastrutture viarie rendono complicato attuare gli interventi necessari, alcuni dei quali già in corso di realizzazione e progettazione. Ma solo una loro totale realizzazione metterà in sicurezza quella porzione del Bisenzio – conclude Paris – le vite umane, le case e le aziende».

«Non ci interessa parlare di periodo emergenziale o di ricostruzione – aggiunge Romagnoli – L’importante è mantenere comunque una struttura commissariale che ci permetta degli interventi efficaci e veloci a tutela del nostro territorio».

Anche se nel 2023 il torrente Agna ruppe gli argini verso Montale, lo studio commissionato da Confindustria indica l’argine sinistro, quello verso Montemurlo, come la parte esposta a maggior rischio. «È positivo che esista già un progetto regionale di riprofilatura degli argini – spiega Paris – Ma bisogna anche essere consapevoli che l’operazione totale richiederà tempi lunghi, non meno di dieci anni, e fondi ad oggi non disponibili. In attesa che il progetto si compia nella sua interezza – aggiunge – lo studio indica misure provvisorie da assumere in caso di alluvione». Sono indicazioni di autoprotezione calibrate in base al livello di pericolo. Si va dal monitoraggio e dalla manutenzione degli argini alla messa in sicurezza degli impianti con paratie e sacchi di sabbia; dall’installazione di porte a tenuta stagna e di finestre antiallagamento al sollevamento a livelli superiori di attrezzature e materiali danneggiabili.

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