Il Tirreno

Prato

Il caso

La Procura di Prato apre un fascicolo sugli intoppi del processo China Truck fermo al palo

di Paolo Nencioni

	Gennaio 2018: le perquisizioni dopo gli arresti di "China Truck"
Gennaio 2018: le perquisizioni dopo gli arresti di "China Truck"

Lunedì l’ennesimo stop per le traduzioni sbagliate: il sospetto è che non si si tratti di semplice sciatteria. Gli interpreti cinesi sono spesso sottoposti a pressioni

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PRATO. Ca nisciuno è fesso. Si potrebbe sintetizzare così, sulle orme di Totò, il motivo che in questi giorni ha spinto il procuratore Luca Tescaroli ad aprire un fascicolo su quello che sta succedendo nel processo nato dall’inchiesta China Truck, l’indagine su una presunta associazione a delinquere di stampo mafioso per il controllo della logistica a conduzione cinese. In particolare sui numerosi intoppi che questo processo ha avuto, spesso a causa di traduzioni dal cinese all’italiano che non sono arrivate, o sono arrivate gravemente incomplete.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è caduta lunedì 29 settembre, durante l’udienza in cui si sarebbe dovuta ascoltare una interprete cinese incaricata di tradurre le conversazioni telefoniche agli atti dell’inchiesta. La donna non si è presentata. Poi si è scoperto che senza dire niente a nessuno era volata in Cina e sarebbe tornata solo a febbraio. Questo non sarebbe stato un problema insormontabile se avesse fatto bene il suo lavoro. Invece il pubblico ministero Lorenzo Gestri ha fatto notare che la traduzione era gravemente lacunosa, in certi casi mancavano i nomi degli interlocutori, in altri le date. Addirittura la traduttrice aveva tagliato alcune parti ritenendole non interessanti. Insomma, un disastro, che ha comportato la nullità della perizia.

Per l’ennesima volta, a oltre sette anni dagli arresti del gennaio 2018, bisognerà ricominciare da capo. Ma il sospetto della Procura è che non si tratti di semplice sciatteria. Il fascicolo aperto dal procuratore Tescaroli vuole capire se invece non ci sia una regia che vuole far slittare all’infinito il processo.

Non è un mistero che gli interpreti cinesi siano sottoposti a notevoli e pericolose pressioni da parte di chi non ha interesse a che la giustizia faccia il suo corso, tanto che a un certo punto hanno iniziato a cercarli nelle regioni vicine. Potrebbe essere andata così anche questa volta. 

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