«Vuoi la casa in affitto? Prima dammi 4.000 euro in nero»: a Prato dilaga la piaga della "buona entrata"
Tanti stranieri sono costretti a pagare se vogliono trovare un alloggio, che spesso diventa un dormitorio
PRATO. I pratesi col cuore che batte a destra li chiamano da tempo “risorse”, ma risorse a conti fatti lo sono davvero. Risorse per il portafoglio di chi li sfrutta e di chi chiede loro un biglietto d’ingresso anche per affittargli una casa. Il malcostume della “buona entrata”, che tre anni fa ha spinto la Procura ad aprire un fascicolo con l’ipotesi di estorsione, non è circoscritto al Macrolotto, ai capannoni industriali affittati ai cinesi. È presente in maniera capillare anche sul mercato immobiliare delle abitazioni private. Non tutte, ovviamente. Solo quelle che vengono concesse in locazione agli stranieri, soprattutto agli stranieri che hanno bisogno di un indirizzo da allegare alla richiesta di permesso di soggiorno o di ricongiungimento familiare.
Il sistema
Un sistema semplice: se vuoi prendere in affitto questa casa, oltre alla caparra mi devi versare duemila, quattromila, in certi casi ottomila euro “a babbo morto”, cioè in nero e a fondo perduto. È questa la “buona entrata”, il biglietto d’ingresso illegale che alcuni proprietari di appartamenti, in stragrande maggioranza italiani, chiedono e quasi sempre ottengono dagli stranieri.
Le testimonianze
Il sindacato Sudd Cobas, che da anni organizza la mobilitazione dei pachistani nelle aziende gestite da cinesi, si è più volte imbattuto in queste pratiche perché i suoi iscritti, oltre a denunciare lo sfruttamento cui sono sottoposti nelle fabbriche, spesso chiedono aiuto per trovare una casa. Ma nel caso delle abitazioni in affitto è più difficile denunciare le richieste dei proprietari, perché spesso non c’è un’alternativa e il sistema è così diffuso che molti credono che sia normale. «Tempo fa – racconta Luca Toscano del Sudd Cobas – abbiamo organizzato un’assemblea proprio per far capire che le richieste di denaro in contante per dare in affitto una casa, la “buona entrata”, non sono legali, non è quella la normalità. Poi però non abbiamo gli strumenti per contrastare questo fenomeno». C’è stata una denuncia, la Finanza sta indagando, ma al momento non ci sono state conseguenze per i proprietari che chiedono l’obolo illegale.
Il caso dei capannoni
Nel caso dei capannoni industriali le cifre sono molto più alte. L’inchiesta iniziata nel 2022 dal sostituto procuratore Vincenzo Nitti ha accertato versamenti per complessivi 5,2 milioni di euro a favore di due immobiliaristi (indagato anche un agente immobiliare), che si sono affrettati a versare 2 milioni di euro all’Agenzia delle entrate, cioè le tasse che avrebbero dovuto pagare su quanto incassato. Ma poi l’accusa di estorsione mossa dalla Procura non ha retto alla prova del processo e i tre imputati sono stati assolti. Un segnale che potrebbe aver confortato tutti gli altri a continuare sulla stessa strada.
Doppia speculazione
«Sugli affitti c’è una doppia speculazione – dice Luca Toscano – Si chiedono soldi in nero per dare in locazione la casa e poi si pretende un affitto superiore a quello di mercato, anche 1.300 o 1.400 euro per due stanze. I proprietari lo fanno perché sanno che poi in quelle due stanze andranno a dormire otto o dieci persone. Questo produce conseguenze a cascata, perché poi lo straniero che ha fatto il contratto deve rivalersi sugli altri a cui subaffitta il posto letto».
Case fatiscenti
A ben guardare, la speculazione è anche tripla, perché le case che vengono date in affitto a questo tipo di clientela di solito sono abbastanza fatiscenti e poco appetibili per i clienti italiani. Dunque non avrebbero molto mercato e sarebbero affittate a prezzi molto più bassi. Così invece si trasformano in dormitori e garantiscono una rendita che non ci sarebbe se non ci fosse un esercito di stranieri alla ricerca di un tetto dove passare la notte e spesso con l’acqua alla gola per rispettare le scadenze del permesso di soggiorno.
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