Prato, notte di paura nel pub: sedie e tavoli distrutti durante un’aggressione: “Ci hanno tolto serenità”
Nuovo assalto al Red Lion di Mercatale di Vernio. Il titolare, Kostia Rondelli, denuncia l’assalto: “Bottiglie prese dalla strada, violenza cieca. Da mesi sotto minaccia, ma le istituzioni non ci proteggono”
VERNIO (PO) Due sere fa, nella notte del 16 agosto, al Red Lion Pub di Mercatale di Vernio è andata in scena l’ennesima aggressione. Un gruppo di uomini – “individui di origine nordafricana, ben noti all’autorità giudiziaria”, scrive il titolare – ha assaltato il locale con bottiglie di vetro prese a manciate dalla campana di raccolta in strada. Poi sedie rovesciate, tavoli distrutti, minacce. Un’esplosione di violenza.
A raccontarlo è Kostia Rondelli, proprietario del pub, in un post pubblicato su Facebook il 17 agosto. Un racconto che arriva come una denuncia: “Abbiamo invitato quei soggetti ad andarsene, perché irrispettosi, maleducati, violenti oltre che ladri. Li abbiamo già denunciati per furto e minacce aggravate”. Rondelli non è nuovo a simili episodi. Da mesi scrive di aggressioni, di furti, di tensione. Di una criminalità che – parole sue – “ci ha tolto la serenità”.
Il Red Lion non è un locale qualsiasi. È un presidio sociale, un luogo cresciuto insieme al paese: “Abbiamo visto intere generazioni di ragazzi fare di questo posto una seconda casa”. Un rifugio che oggi si trasforma in trincea.
Il giorno dopo, 18 agosto, Rondelli torna a scrivere. C’è stato un nuovo tentativo, l’ennesimo. I delinquenti si sono rifatti vivi. Stavolta non sono entrati. La presenza di addetti alla sicurezza, piazzati all’ingresso, li ha fermati prima. Sono rimasti in zona Le Piana a fare confusione. Ma la minaccia non si è dissolta: “Abbiamo chiamato il 112. La risposta? Non avevano macchine da mandare”.
Parole che pesano. In un territorio dove la percezione di insicurezza diventa abitudine, la fiducia nelle istituzioni vacilla. Rondelli denuncia la solitudine: “Gli addetti alla sicurezza ci hanno permesso di lavorare in serenità fino alla chiusura. Ma non possiamo permetterci di pagarli ogni sera”. È un grido: cosa deve fare un cittadino per proteggersi?
Il post di ieri è un invito alla mobilitazione dal basso. Non uno sfogo ma un appello collettivo: “Chiunque voglia aiutarci venga al Red, o passi da Le Piana. Se vede movimenti strani chiami i Carabinieri. Magari non avranno nessuno da mandare, ma se le chiamate aumentano alla fine decideranno di garantire maggiore sicurezza”.
Un paese intero contro la paura. La ricetta di Rondelli è quella dell’autodifesa comunitaria: segnalare, denunciare, non girarsi dall’altra parte. Una resistenza civile che ricorda altri scenari, altre notti italiane in cui cittadini e commercianti hanno dovuto alzare la voce perché lo Stato sembrava troppo lontano.
Il rischio – evidente – è che in assenza di risposte istituzionali prenda corpo una giustizia fai-da-te. Intanto il Red Lion resta aperto. Il titolare ringrazia i clienti che sono passati, “ci avete fatto sentire più sicuri con la vostra vicinanza fisica ed emotiva”. La comunità attorno al pub si stringe.