Una montagna di sentenze sono diventate carta straccia a Prato
Non sono state eseguite perché manca la dichiarazione di irrevocabilità, colpa della carenza di personale
PRATO. Oltre diecimila sentenze di primo grado emesse dal Tribunale di Prato dal 2012 al 2021, in gran parte di assoluzione, ma anche di condanna, sono rimaste lettera morta, nel senso che non sono state eseguite perché mancanti della dichiarazione di irrevocabilità. Uno scandalo passato finora sotto silenzio e al quale la presidente facente funzioni del Tribunale, Lucia Schiaretti, sta cercando di porre rimedio con le poche forze che ha a disposizione.
Il tassello mancante
Per capire una storia che potrà sorprendere i non addetti ai lavori, bisogna spiegare che affinché una sentenza diventi efficace non basta che il giudice la pronunci. Bisogna che un cancelliere controlli se nessuno ha fatto appello e poi firmi una dichiarazione di irrevocabilità. Se manca questo tassello è come se il processo non fosse stato celebrato: nessun atto arriva in Procura per l’esecuzione della sentenza e tutto rimane fermo. Oppure, quando arriva, la Procura è costretta a dichiarare la pena estinta perché è passato troppo tempo. Questo, come detto, è successo per oltre diecimila sentenze dal 2012 al 2021. Erano dodicimila a settembre dell’anno scorso, poi la presidente Schiaretti ha preso in mano la situazione ed è riuscita a smaltire l’arretrato fino al 2022.
Colpevoli graziati
«È inaccettabile che persone giudicate colpevoli per fatti anche gravi non scontino alcuna pena» ha detto il procuratore Luca Tescaroli, che da quando è arrivato a Prato, un anno fa, si è trovato a combattere contro i problemi strutturali di un Palazzo di giustizia che cade letteralmente a pezzi, ma per il quale si sono trovati trecentomila euro per costruire una scala esterna di emergenza che non serve a niente.
La coperta corta
Perché si è arrivati a questo punto, forse di non ritorno? Perché più di dieci anni fa il Tribunale si trovò davanti a un bivio: utilizzare il poco personale a disposizione per mandare avanti le udienze oppure impiegarlo per le dichiarazioni di irrevocabilità. Si scelse di mandare avanti le udienze lasciando indietro le sentenze di assoluzione o di condanna per reati meno gravi. Ma in tempi recenti in Procura, lo ha ricordato il procuratore Luca Tescaroli, è arrivata anche una condanna per rapina del 2012 e un’altra per violenza sessuale, dunque non per semplici bagatelle. Il problema non riguarda solo le sentenze di condanna, ma anche quelle di assoluzione, perché se non c’è la dichiarazione di irrevocabilità l’imputato assolto si trova nell’impossibilità di partecipare ai concorsi pubblici in quanto sprovvisto dell’attestazione.
“Scelte tragiche”
«Quello che è successo nel nostro Tribunale non è dipeso dalla negligenza – spiega la presidente Lucia Schiaretti – È successo perché manca il personale. In passato c’è stata la necessità di fare scelte tragiche, o mandare avanti le udienze oppure smaltire le dichiarazioni di irrevocabilità. Ora c’è concorso straordinario per cancellieri esperti, ma nessuno vuole venire a Prato”. Questo è un altro grosso problema, non da oggi. Il Ministero indice concorsi per sopperire alla carenza di organico, ma Prato non è una destinazione gradita, un po’ per la residenza dei concorrenti, un po’ perché si è sparsa la voce che qui tocca lavorare di più. Nessun rinforzo in vista, dunque. Anzi, qualcuno che è già in servizio a Prato otterrà il trasferimento, di solito al sud. A settembre dell’anno scorso quattro giudici su otto dell’area penale hanno ottenuto il trasferimento in altra sede e già allora il presidente Francesco Gratteri, in procinto di andare in pensione, avvertì che si rischiava il collasso. Facile profezia.
I rinforzi non bastano
Passato un anno, a settembre dovrebbero arrivare altri giudici e soprattutto dovrebbe arrivare il nuovo presidente, Patrizia Pompei, indicata all’unanimità dalla commissione del Csm in attesa della decisione del plenum. Ma il problema, come detto, è sugli organici del personale amministrativo, cancellieri e assistenti.
Archivio off limits
E fosse solo quello. Nel mese di aprile i vigili del fuoco hanno chiuso l’archivio interrato del Tribunale per infiltrazioni e problemi di staticità. Lì sono custoditi i fascicoli degli anni passati e ora che c’è bisogno di andare a riprenderli per fare queste benedette dichiarazioni di irrevocabilità, non lo si può fare. O meglio, bisogna prima chiamare i vigili del fuoco e fissare un appuntamento per essere accompagnati negli scantinati. Una volta alla settimana, se va bene, altrimenti una volta ogni due settimane.