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Prato, scontro nella Direzione Pd sul documento del segretario

di Paolo Nencioni

	Marco Biagioni, segretario della Federazione provinciale del Pd
Marco Biagioni, segretario della Federazione provinciale del Pd

Biagoni si scusa con la città e propone di rendere pubblici i bilanci dei partiti, ma ai riformisti non basta

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PRATO. I banconieri della Casa del popolo di Vergaio hanno dovuto fare gli straordinari mercoledì sera, come ai bei tempi quando il circolo era frequentato dal giovane Roberto Benigni, ma stavolta c’era poco da ridere. Il terzo round della Direzione del Partito democratico, alla ricerca di un equilibrio dopo il terremoto giudiziario che ha spazzato via la giunta di Ilaria Bugetti, ha certificato un fatto: il Pd è ancora in mezzo al guado.

Il ritorno dell’ex sindaca

Alla riunione ha preso parte anche l’ex sindaca Bugetti, indagata per corruzione, alla sua prima uscita semi-pubblica dopo le dimissioni. Ha detto poche parole neutre sulla convinzione di poter provare la propria innocenza ed è stata riaccolta in famiglia.

Il confronto era iniziato nel pomeriggio, quando il segretario Marco Biagioni ha inviato ai membri della Direzione la bozza del documento politico che avrebbe presentato in serata, un documento emendabile fino alle 20. E già questo a qualcuno non è piaciuto: troppo poco tempo per fare proposte.

Lo scontro

Poi, quando Biagioni poco dopo le 21 si è presentato in Direzione c’è stato subito uno scontro. Chi c’era racconta che il segretario ha insistito perché il documento venisse votato, minacciando in caso di voto contrario di prenderlo come una mozione di sfiducia alla sua persona, e suscitando altri malumori non solo per il merito, ma anche per il metodo, soprattutto tra i riformisti che in questi giorni non hanno mai chiesto le sue dimissioni.

Qualche voce critica si sarebbe levata anche dall’area Schlein, cioè quella di riferimento di Biagioni. E così la discussione si è trascinata per cinque lunghe ore, fino alle 2 di notte, senza arrivare a un voto sul documento, che è stato preso come una base di lavoro da approfondire nella più ristretta Segreteria.

Nel documento il segretario Biagioni mette nero su bianco che la città di Prato «ha tutto il diritto di essere arrabbiata e sgomenta».

«Come Pd – scrive Biagioni – ci assumiamo la responsabilità di quello che è accaduto, senza alcun infingimento sul piano politico. E ci scusiamo con la città». Non perché si rinneghi il progetto politico, ma perché dopo aver chiesto e ottenuto la fiducia dei pratesi non si è stati in grado di portare in fondo quanto programmato.

Troppo poco, secondo i riformisti. L’ex vice sindaco Simone Faggi ha detto chiaramente a Biagioni che si deve avere il coraggio di dire che il ciclo iniziato alla fine del 2021, quando i trentenni hanno preso la guida della Federazione Pd, si è chiuso e dunque ora è necessario andare uniti alle elezioni regionali e poi fare subito il congresso. Sarà quella la sede della resa dei conti. Se e quando si farà (probabilmente a novembre, decidono le segreterie nazionale e regionale) sarà un congresso vero, con un candidato dell’area Schlein e un candidato dei riformisti, per contarsi prima di proporre un candidato sindaco alla città.

I contributi elettorali

Nel documento di Biagioni c’è un passaggio molto importante anche sui contributi elettorali, quelli che hanno contribuito alla caduta della sindaca. Il segretario propone di rendere pubblici i bilanci di tutti i partiti e mette quello del Pd a disposizione della città. Ritiene opportuno anche che «i contributi dei singoli candidati debbano essere condivisi in seno al partito, per garantire maggior equità».

«Dobbiamo lavorare a un modello diverso – aggiunge – con forme di finanziamento che raccolgano poco da molti piuttosto che molto da pochi». Ne aveva già parlato lunedì sera alla Segreteria, affrontando un problema di non poco conto, quello del venir meno dei contributi degli eletti nelle casse del partito dopo la decadenza di giunta e consiglio comunale: è una quota dell’11% dei compensi lordi, stimata per difetto in 15.000 euro al mese.

Ora l’assemblea

Quella finita in piena notte a Vergaio è stata una discussione estenuante, alla fine senza vincitori né vinti. Ora la palla passa alla Segreteria, che dovrà indicare una data per l’assemblea pubblica nella quale il Partito democratico si presenterà per la prima volta senza rete davanti al suo popolo. Un passaggio fondamentale e ineludibile per un partito che abbia voglia di tracciare una riga e ripartire. Una data ancora non c’è, ma è presumibile che l’assemblea ci sarà la prossima settimana, anche perché agosto si avvicina e se si vorrà mettere in piedi un confronto vero non lo si potrà fare quando mezza città sarà già andata in vacanza.

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