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Le casse del Pd di Prato sono “orfane” dei contributi di consiglieri e assessori

di Paolo Nencioni

	Il selfie di Marco Biagioni tra gli scaffali del supermercato
Il selfie di Marco Biagioni tra gli scaffali del supermercato

Se n’è parlato durante la Segreteria convocata da Marco Biagioni, che ha rinunciato al suo stipendio da segretario

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PRATO. Tra le conseguenze dell’improvvisa caduta della giunta di Ilaria Bugetti, in seguito all’inchiesta nella quale l’ex sindaca è indagata per corruzione, ce n’è anche una di cui non si è parlato molto in questi giorni ma che riveste una certa importanza almeno per il Partito democratico: il “buco” che si aprirà nelle casse del partito a causa del mancato esborso delle quote che i consiglieri comunali, gli assessori e anche la sindaca erano tenuti a versare in base allo statuto del partito. Si tratta di una quota dell’11%, che in base a una stima per difetto dovrebbe aggirarsi sui 15.000 euro al mese. Non è una cifra enorme, ma in tempi di vacche magre per la politica può anche fare la differenza.

Anche di questo si è parlato nel corso della Segreteria della Federazione provinciale che si è tenuta lunedì sera nella sede di via Carraia. Non è dato sapere se sono state proposte soluzioni, ora che il segretario Marco Biagioni ha tenuto per un paio di volte, negli ultimi giorni, a smarcarsi da eventuali contributi di aziende che non siano eticamente corrette. Certamente contribuirà a migliorare i conti della Federazione, ma non in maniera decisiva, la sua decisione di rinunciare allo stipendio da segretario per tornare a lavorare al supermercato come faceva prima di essere eletto.

"Eccomi di nuovo qua, nel mio piccolo punto di osservazione sulla vita quotidiana delle persone – ha scritto sul suo profilo Facebook il 13 luglio sopra a una foto che lo ritrae tra gli scaffali – Non ho mai voluto rinunciare al mio lavoro proprio per questo: perché la politica è una cosa bellissima, ma porta con sé il rischio di perdere contatto con la realtà. Il supermercato mi ha sempre permesso di rimanerci. Ed è bello, nonostante tutto. Soprattutto, per l'affetto e i sorrisi di colleghi e clienti in un periodo non proprio semplice per me e per la città. Ho deciso di rinunciare allo stipendio da segretario per aiutare il mio partito in questa fase complicata. Meno stanze di partito, più contatto con le persone nei loro contesti di vita. Credo che sia questo l'approccio che dovrà avere il mio partito, ancora più di prima”.

Nella serata di mercoledì 16 luglio ci sarà il terzo round della Direzione, dopo i primi due andati in scena a Galciana e Vergaio. Ancora alla Casa del popolo di Vergaio, e non si sa se una serata sarà sufficiente a esaurire tutti gli interventi. Poi, probabilmente la prossima settimana, una grande assemblea pubblica che sarà il primo vero confronto con la città dopo il terremoto giudiziario che ha spazzato via la giunta Bugetti.

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