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Il caso

Denisa, il flop delle telecamere e la super-testimone in fuga

di Paolo Nencioni
Il residence e Maria Denisa
Il residence e Maria Denisa

A due settimane dalla scomparsa della trentenne romena gli inquirenti non hanno ancora potuto vedere le immagini della videosorveglianza perché il software non funziona. E l’amica che ha messo nei guai la madre della escort è fuggita all’estero

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PRATO. Gli appassionati del genere “crime”, abituati ai detective americani che risolvono tutto o quasi grazie alla tecnologia, si stupiranno nell’apprendere che a due settimane di distanza dalla sparizione di Maria Denisa Ada, la trentenne escort romena svanita nel nulla dopo aver alloggiato nel residence Ferrucci, gli investigatori non sono ancora riusciti a vedere le immagini delle telecamere di sorveglianza che avrebbero potuto far luce sul misterioso caso.

Si è stupito, e non poco, anche il procuratore Luca Tescaroli, che in oltre trent’anni di carriera non si era mai trovato in una situazione come questa. E per questo ha scritto alla sindaca Ilaria Bugetti, al presidente della Regione Eugenio Giani e alla prefetta Michela La Iacona per sollecitare un intervento urgente.

Che cosa è successo, dunque? È successo che quando i carabinieri del Nucleo investigativo hanno provato a scaricare le immagini di tutte le telecamere potenzialmente utili si sono accorti che il sistema andava in blocco. Colpa di un software che probabilmente non funziona come dovrebbe, oppure di un server che non regge il flusso dei dati. Il risultato è stato, finora, la paralisi. Si è deciso di scaricare le immagini per blocchi e forse oggi in Procura arriverà qualcosa, con un ritardo, però, che potrebbe essere decisivo e che fa gridare allo scandalo.

La gestione del sistema fa capo al Comune, ma una mano potrebbe darla anche la Regione, mentre la Prefettura è stata informata perché alla fine questo può diventare un problema di ordine pubblico, non circoscritto al solo caso e pur drammatico di Denisa, ma a tante altre situazioni nelle quali le telecamere di sorveglianza sono decisive.

Ma il problema è anche un altro: mentre si tentava di scaricare le immagini del presunto rapimento della trentenne romena ci si è accorti che l’operazione “acceca” momentaneamente anche tutte le altre telecamere sparse per la città. Si è fatto un gran parlare, insomma, di quanto sia migliorato il sistema di videosorveglianza nei luoghi pubblici, per garantire la sicurezza, ma alla prova pratica il sistema si è inceppato e andrà certamente rivisto e aggiornato.

Quanto alle indagini sulla scomparsa di Maria Denisa Adas, vanno registrati almeno due sviluppi. O meglio, uno sviluppo e un chiarimento. Agli investigatori risulta che la “super-testimone”, la giovane amica di Denisa che ha messo nei guai la madre della trentenne rivelando che la donna non aveva raccontato tutto quello che sapeva, non è più reperibile. Sembra sia fuggita all’estero, forse in Romania. Il sospetto è che la giovane possa temere ritorsioni per quanto ha riferito al procuratore Luca Tescaroli, che poi ha indagato la madre di Denisa, Maria Cristina Paun, per false informazioni al pubblico ministero. Il chiarimento invece riguarda l’avvocato calabrese amico della madre di Denisa, indagato con l’ipotesi di sequestro di persona. In più occasioni il legale in questi giorni ha detto di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia, mentre alla Procura risulta che l’avviso gli sia stato regolarmente notificato dalla polizia giudiziaria. Lui però non è stato ancora sentito.

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