Il Tirreno

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Le indagini

Prato, giovane picchiato in piazza: non è stato un incontro casuale


	Il diciottenne di Campi Bisenzio è stato trovato in fondo a questa scalinata
Il diciottenne di Campi Bisenzio è stato trovato in fondo a questa scalinata

Dichiarazioni contraddittorie delle due principali testimoni dell’aggressione avvenuta sabato sera nel cuore della movida

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PRATO. Un incontro non casuale, ma voluto. E' questa l'ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti per l'aggressione subita sabato sera, 24 maggio, da un diciottenne di Campi Bisenzio in piazza Buonamici a Prato.

Il giovane, Giulio Tarducci, è tuttora ricoverato in coma farmacologico all’ospedale fiorentino di Careggi dove è stato operato alla testa: colpito più volte, è caduto a terra sbattendo la testa. Il giovane che lo ha colpito, forse con un “tirapugni”, è poi fuggito. Ma se davvero i due si fossero dati appuntamento, ipotizzando così che si conoscessero, le testimonianze raccolte al momento sarebbero risultate "confuse e contraddittorie", rallentando così le indagini.

Il procuratore di Prato Luca Tescaroli ha disposto che i testimoni principali (la fidanzata diciassettenne della vittima e un'amica che era con loro) vengano nuovamente ascoltati dagli inquirenti. Le prime dichiarazioni rese dalle ragazze, subito dopo l'aggressione, sono state giudicate dagli investigatori "non coerenti" e "poco chiare". Ad esempio una delle due ha descritto l'aggressore come un giovane nordafricano mentre l'altra ha indicato la persona mostrando un profilo Instagram, che è stato velocemente rimosso dal social: si tratta di un giovane italiano, e la scomparsa del profilo è certamente sospetta. Anche una terza giovane e un altro uomo avrebbero assistito alla scena: sono in corso accertamenti per identificarli. Nessun teste indicherebbe poi chiaramente la causa della lite. La Procura precisa che al momento non ci sono elementi che indichino il coinvolgimento di sostanze alcoliche o stupefacenti, ma sono in corso ulteriori verifiche mediche e tossicologiche. 

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