Il mistero
Si sciopera anche a Pasquetta nel Macrolotto di Prato
La “Primavera 8x5” nella zona industriale: il presidio del sindacato Sudd Cobas si è spostato nel piazzale della Agape Moda. In due settimane sono stati raggiunti sette accordi
PRATO. Uno sciopero a Pasquetta è un po’ un ossimoro, cioè l’accostamento di parole che esprimono concerti contrari, perché sono pochi i posti dove si lavora il Lunedì dell’Angelo. Uno di questi posti è Prato, in particolare nei Macrolotti industriali ed è per questo che i sindacalisti del Sudd Cobas erano impegnati anche oggi in quella che hanno chiamato la “Primavera 8x5”, una mobilitazione nelle piccole e piccolissime aziende cinesi per ottenere giornate lavorative di 8 ore per 5 giorni alla settimana che finora ha portato già a sette accordi per la regolarizzazione degli operai.
Il palcoscenico dell’ennesimo presidio è stavolta il piazzale di fronte all’azienda Agape Moda, in via Bruges 24, nel Macrolotto 2.
«Non può passare inosservato che a Prato si debba iniziare uno sciopero durante una festività nazionale – spiega una nota del Sudd Cobas – Mentre negozi e scuole rimangono chiuse, a Prato il via vai nelle zone industriali continua incessante, anche a pasquetta. È questa la realtà non esclusiva dei lavoratori della Agape Moda, ma di migliaia di persone ancora incatenate allo sfruttamento del sistema Prato, che non conosce riposi, ferie, malattie, e figuriamoci le feste nazionali».
«Insieme agli operai della Agape moda ci sono i lavoratori delle 7 ditte in cui dall'inizio della Primavera sono stati firmati gli accordi di stabilizzazione – si legge ancora nella nota sindacale – Tanti di loro godranno oggi di questa festività per la prima volta da quando sono a Prato. Una festività che passeranno ai cancelli a sostenere chi ancora è escluso da questo diritto. È tutta qua la forza di questo sindacato, di questa comunità. La paura è contagiosa, ma il coraggio di più. La Primavera continua».
La campagna “Primavera 8x5” è iniziata un paio di settimane fa con un presidio davanti all’azienda All Goods di via Fioravanti, dove dopo tre giorni e due notti di sciopero è stato raggiunto un accordo per la regolarizzazione dei dipendenti. Dopo quella prima vittoria, altri sei accordi sono stati raggiunti in altrettante piccole aziende a conduzione cinese che danno lavoro a manodopera quasi sempre straniera, in prevalenza di nazionalità pachistana.
È lo stesso “distretto parallelo” citato più volte dal procuratore Luca Tescaroli, impegnato a sradicare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo che è un male ormai endemico a Prato. Ed è lo stesso distretto parallelo che fa paura agli industriali, che per bocca di Confindustria Toscana Nord hanno più volte sottolineato il rischio che si vada a danneggiare l’immagine del distretto onesto, quello dove si cerca di rispettare le regole.