Prato, accoltellato dopo la lite sul lavoro
I carabinieri hanno individuato il presunto aggressore di un cinese, che però si è reso irreperibile
PRATO. I carabinieri hanno individuato il presunto aggressore di un operaio cinese che nella notte tra sabato e domenica è stato abbandonato davanti all’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano con diverse ferite da arma da taglio all’addome.
Sarebbe un compagno di lavoro, dipendente di una stamperia di abiti da donna, in via Pistoiese, che impiegava 30 lavoratori cinesi, di cui 12 cinesi senza permesso di soggiorno.
Per questo il legale rappresentante dell’azienda è stato arrestato, mentre l’aggressore è riuscito per il momento a rendersi irreperibile. Lo rende noto la Procura.
A mettere i carabinieri sulla pista giusta è stato lo stesso ferito, che una volta ripresa conoscenza in ospedale ha raccontato che cosa era successo. Ha detto che la lite sarebbe nata per futilissimi motivi: un contrasto sulle modalità di lavoro. Su questo verranno fatti ulteriori accertamenti.
I carabinieri si sono fatti dare l’indirizzo della stamperia dove sarebbe avvenuto l’accoltellamento e hanno trovato all’interno, come detto, 12 operai clandestini, cinque dei quali stavano dormendo al primo piano dello stabile. L’azienda è dotata di telecamere di sorveglianza che segnalano l’arrivo di eventuali “intrusi” (c’era un dipendente addetto al controllo degli ingressi, ma i carabinieri sono stati più svelti) e di un’uscita di sicurezza per far scappare i dipendenti in caso di controlli. Insomma, il solito sistema che ormai è ben conosciuto nel distretto parallelo cinese. Al termine della perquisizione l’azienda è stata sequestrata.
Secondo quanto accertato dai carabinieri, la stamperia lavorava su due turni, di giorno e di notte, ma negli ultimi tempi aveva deciso di lavorare soltanto di notte per risparmiare sulla bolletta del gas.
P.N.
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