Gli archivi dei tessuti di Prato sono sbarcati nel metaverso: un passo verso il futuro
Presentato il primo video di “Phygital”. E anche la storia “si tocca con mano”
PRATO. Nuove tecnologie in aiuto dell’economia, in particolare del settore tessile sempre alla ricerca di innovazione. In questo caso il futuro è già entrato a Prato con il Metaverso, il luogo invisibile dietro il visibile, applicato ai settori produttivi del tessile e del manifatturiero. È quello che sta avvenendo con Prato Phygital, un coinvolgimento di partner pubblici e privati per lo studio e le applicazioni della tecnologia 5G. Tutto è partito nel luglio dello scorso anno con l’aggiudicazione del bando da un milione di euro del Mimit (ex Mise), finalizzato allo sviluppo della tecnologia 5G, da parte di Fondazione Sistema Toscana, ente in house providing della Regione Toscana, capofila di un raggruppamento di nove partner pubblici e privati. Obiettivo del bando ministerale era rendere comprensibile per le imprese le applicazioni pratiche della nuova tecnologia 5G. Ieri a Firenze al Teatro della Compagnia è stato presentato il primo risultato di questo percorso: un video “Gli archivi storici, sia museali che d‘impresa: interazioni tra fisico e digitale nell’esperienza del Metaverso” nel quale vengono spiegate le possibili applicazioni della nuova tecnologia in settori diversi.
Nell’audiovisivo sono state realizzate dimostrazioni pratiche, immersive, innovative delle numerose declinazioni in vari settori.
A condurre lo spettatore nel Metaverso è l’attore Massimo Poggio che con parallelismi con il cervello umano, spiega le possibilità rigenerative di un sistema di archivi digitali che affondano la loro capacità tra realtà immersiva e virtuale, utilizzando come elemento principale i tessuti scelti negli archivi di Marini e del Museo del Tessuto, insieme ai copricapo della collezione Costumi Medicei di Manifatture Digitali Cinema.
Usando la realtà immersiva, nuove tecnologie e scanner, questi tessuti vengono trasferiti dal mondo fisico a quello digitale e, grazie a un software, codificati in modelli matematici, in modo che siano riproducibili e adattabili a una molteplicità di impieghi. Ed è questa una delle applicazionei Phygital. Tecnologia applicabile nel settore tessile il cui sviluppo economico e creativo potrebbe avere un scatto ulteriore nei prossimi anni.
«Nel il 2015 – ha detto l’assessore all’innovazione del Comune di Prato Benedetta Squittieri – l’amministrazione di Prato con le associazioni di categoria, si è chiesta se non fosse il momento di stringere un po’ con l’innovazione all’interno del nostro distretto manifatturiero tessile molto tradizionale. Il tessile è il manifatturiero con processi più difficili e tradizionali. In quegli anni iniziò un percorso anche a livello nazionale e Prato fu scelta come città che aveva sperimentato il 5G, WindTre. Da allora venne l’idea di cominciare a pensare il nostro distretto tessile con la tecnologia 5G, e quali servizi questa struttura abiliterà e a produrli. Da lì sono nati percorsi e progetti che hanno visto il comune collaborare su più fronti». Idea accolta dagli imprenditori e dai ricercatori che ieri hanno sottolineato, a vari livelli, l’importanza di un progetto come Phygital che apre le porte ad una nuova economia. Delle novità tecnologiche applicabili al settore del tessile ne hanno parlato in una tavola rotonda Guglielmo Boggia di Immerxive, Fabrizio Brasca, Innovation Manager Wind Tre, Elisabetta Cianfanelli, Professore Ordinario Università degli Studi di Firenze, Luigi Formicola, PM MDC – Fondazione Sistema Toscana, Filippo Guarini, Direttore Fondazione Museo del Tessuto di Prato, Francesco Marini, Marini Industrie, Lorenzo Mucchi, Professore Associato PIN – Polo Universitario Città di Prato, coordinata dall’assessore Squittieri.