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La Cgil Prato apre alla settimana corta, Pancini: «Si può sperimentare»

Lorenzo Pancini segretario della Camera del lavoro Cgil di Prato
Lorenzo Pancini segretario della Camera del lavoro Cgil di Prato

Il segretario della Camera del lavoro sposa la proposta presentata dal Pd

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PRATO. «Noi ci siamo, se si tratta di discutere, anche a Prato, di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, la Cgil c’è». Il segretario della Camera del Lavoro Lorenzo Pancini si inserisce così nel dibattito sulla proposta del Pd di sperimentare anche nel distretto la riduzione dell’orario del lavoro con la settimana di quattro giorni.

«La Cgil – prosegue Pancini – con il suo segretario generale Maurizio Landini ha riproposto la questione nel suo congresso nazionale, in corso a Rimini. Certo serve una strategia, altrimenti si corre il rischio che diventi “esempio isolato di buona contrattazione o scelta in mano alle aziende”».

«È arrivato il momento – continua Pancini – di porre concretamente il problema anche a Prato, di non farne questione astratta, relegata in un dibattito accademico, o preclusa da pregiudiziali. A mio parere due sono le questioni: la prima riguarda la possibilità di avviare la sperimentazione nelle imprese più strutturate e meglio organizzate del manifatturiero, abbandonando l’idea che l’orario ridotto si debba confinare solo nelle aziende del settore finanziario o dei servizi; la seconda questione, più generale ma più fondamentale, riguarda il modo di pensare il distretto: non possiamo continuare a pensarlo così come è. La Cgil si è pronunciata chiaramente con “Ripensare Prato”: c’è bisogno di un nuovo modello di sviluppo locale, che favorisca la crescita delle aziende, attraverso la strutturazione in reti produttive e la loro aggregazione. Non è pensabile immaginare, in un mondo in cui i cambiamenti imposti da un mercato globale sono sempre più veloci ed interdipendenti, un distretto locale sempre uguale a sé stesso. Sono operazioni possibili: il livello raggiunto dalla tecnologia è tale che si può aumentare la produttività dell’intero sistema, con l’innovazione e la qualificazione delle produzioni e dei processi produttivi. Occorre passare alla fase della sperimentazione. Per quanto ci riguarda, ne faremo oggetto di una nuova stagione di contrattazione su orari, salario e per un new deal delle competenze in ambito industriale».
 

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