«Quasi un ritorno a casa». Il saluto in sala consiliare
Massimo Carlesi aveva frequentato il Comune per anni con vari ruoli. I ricordi commossi di quattro sindaci: una commozione senza colore
PRATO. Per un quarto di secolo quel salone lo ha frequentato con passione e spirito di servizio, occupando prima lo scranno di assessore e poi i banchi del consiglio comunale, sia in maggioranza che in opposizione.
Un quarto di secolo in cui si sono alternati quattro sindaci: Fabrizio Mattei, Marco Romagnoli, Roberto Cenni e Matteo Biffoni. È come se Massimo Carlesi fosse tornato a casa, la casa di tutti i cittadini che è palazzo comunale, dove ieri era stata allestita la camera ardente dopo la morte dell’ex assessore a 67 anni.
Mattei, Romagnoli, Cenni, Biffoni: tutti e quattro sindaci hanno voluto dare l’ultimo saluto a Carlesi, ciascuno con il proprio vissuto di ricordi, sentimenti, rapporti personali ed esperienze politiche.
Una toccante commemorazione funebre che è stato come spostare le lancette dell’orologio della Storia, un viaggio nella politica pratese degli ultimi vent’anni cui si è legata in vario modo l’opera di Carlesi.
La “rivoluzione” delle Lam, la riapertura del parco delle Cascine di Tavola, il sogno di una tramvia in collegamento con Firenze oggi tornata attuale più che mai, l’impegno per il quartiere sud come presidente di circoscrizione. Si fa presto a dire Lam. Carlesi viene ricordato come il padre di queste linee ad alta mobilità che successivamente furono state prese a esempio nel resto della Toscana.
«Allora mezza città non le voleva e si oppose perché la novità spaventava – ricorda Mattei – Ma Massimo era molto determinato: se sceglieva una cosa era difficile fermarlo. Aveva il tratto comune alle persone forti: la calma e la pacatezza di chi è convinto delle proprie idee. Persone come lui fanno la differenza». Pervase da affetto e un pizzico di rimpianto le parole del successore Marco Romagnoli. Che ha ricordato le scelte coraggiose di Carlesi, il suo modo di amministrare con competenza e serietà in anni difficili. «Lo volli come assessore perché portasse avanti i progetti sulla viabilità. Quando si dimise venne a mancare per me un solido supporto in anni un cui avrei avuto bisogno di avere accanto lui». Correva il 2005. Quattro anni dopo, ecco Carlesi scendere in campo per la competizione elettorale delle amministrative che, per la prima volta nella storia di Prato, fecero vincere il centrodestra al ballottaggio. E ieri pomeriggio c’era anche lui, Roberto Cenni, a ricordare l’attaccamento a un territorio che Carlesi conosceva come le sue tasche. «Lo conosceva meglio di un navigatore: non c’era strada che sfuggisse a Massimo. Anche quando mi trovai a condividere l’esperienza in commissione urbanistica con lui come presidente e io all’opposizione, ciò che emergevano erano sempre la sua competenza e l’attaccamento al territorio».
A unirsi nell’abbraccio alla famiglia, la moglie Manuela, le figlie Lidia e Irene, tanti cittadini, amministratori di ieri e oggi, dipendenti comunali che hanno lavorato fianco a fianco con Carlesi. A chiudere la testimonianza dei sindaci il primo cittadino in carica, Matteo Biffoni. «Massimo era patrimonio collettivo, monito ed esempio di come si serve la comunità. Ha segnato un pezzo di storia di questa città e lo dimostra il fatto che oggi ci siano quattro sindaci a ricordarlo. Sui banchi del consiglio comunale era una presenza viva, un solido punto di riferimento per tutti noi. Con Massimo ho discusso, ho lavorato e fatto opposizione insieme: il nostro era un rapporto vero e genuino. Fai buon viaggio Massimo: te lo meriti! » I funerali saranno celebrati oggi alle 15 nella parrocchia di San Pietro a Grignano.