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I dati

Emergenza violenze sessuali sulle donne: a Prato quaranta casi in undici mesi

Emergenza violenze sessuali sulle donne: a Prato quaranta casi in undici mesi

La Procura dà i numeri di un fenomeno che è in leggero aumento. Ci sono poi i reati da “codice rosso”, cioè maltrattamenti in famiglia, violenze sessuali e atti persecutori per i quali la legge

24 novembre 2022
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PRATO. Maltrattamenti, atti persecutori, violenze sessuali, ma anche l’omesso versamento degli alimenti dopo la separazione. Alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza delle donne escono i numeri di un fenomeno che non accenna a diminuire. Sono 495, dal 1° gennaio al 22 novembre, i fascicoli aperti dalla Procura di Prato relativi ai reati contro le “fasce deboli”, quasi sempre le donne e loro figli, compiuti nella stragrande maggioranza dei casi dal coniuge o dal compagno. In questo numero sono compresi sia i comportamenti violenti che quelli meno violenti, come il mancato versamento degli alimenti, che comunque si traducono in una fonte di disagio per chi li subisce. L’anno scorso il totale dei fascicoli per i reati contro le “fasce deboli” si è fermato a 523 e dunque quest’anno il computo potrebbe aumentare.

Ci sono poi i reati da “codice rosso”, cioè maltrattamenti in famiglia, violenze sessuali e atti persecutori per i quali la legge, dal 2019, prevede tempi di intervento più rapidi rispetto al passato. In questo capitolo sono stati aperti finora 270 fascicoli (che rientrano nel totale dei 495), rispetto ai 298 dell’anno precedente. E anche qui il totale del 2022 potrebbe essere superiore a quello del 2021. Tra questi 270 fascicoli, sono 40 quelli che riguardano le violenze sessuali, quasi una alla settimana, un numero in linea con quello dell’anno passato.

Non tutti i fascicoli finiscono davanti a un giudice. Le indagini della Procura servono a scremare quei casi in cui non ci sono sufficienti elementi per sostenere l’accusa in giudizio. E poi, soprattutto nel caso dei maltrattamenti, c’è da superare lo scoglio delle ritrattazioni o delle minimizzazioni da parte di donne impaurite anche perché non indipendenti dal punto di vista economico. «Ho esagerato, abbiamo fatto la pace»: queste le parole spesso pronunciate dalla parte lesa. Su questi fascicoli lavorano cinque magistrati (Canovai, Cosci, La Placa, Petrocchi e Dini) a dimostrazione dell’importanza attribuita a certi comportamenti.
 

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