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La rabbia dei 22 licenziati Iron & Logistics: «Non siamo spazzatura da buttare»

di Paolo Nencioni
La rabbia dei 22 licenziati Iron & Logistics: «Non siamo spazzatura da buttare»

Gli operai espulsi dall’azienda sono tornati a manifestare in centro. Il Si Cobas: «Ci avevano chiesto di firmare 11 esuberi per salvare gli altri 11»

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PRATO. «Ancora ci devono spiegare perché da un giorno all’altro un lavoratore dovrebbe inventarsi di essere sfruttato, rischiando di perdere il proprio posto di lavoro». La domanda se l’è fatta ieri in piazza del Comune Luca Toscano del Si Cobas nel corso della manifestazione a sostegno dei 22 operai licenziati dalla Iron & Logistics di Narnali, in attesa dell’incontro di domani al tavolo convocato dalla Regione. Lì potrebbe arrivare una risposta formale dell’azienda, che ha fatto sapere di non voler vedere i Si Cobas, ma vedrà Valerio Fabiani, consigliere del presidente Giani per il lavoro e le crisi industriali. Lo stesso Fabiani che venerdì ha chiesto alla proprietà di «sospendere il processo di svuotamento dello stabilimento evitando di aumentare un clima di tensione e consentendo alle istituzioni di svolgere il proprio ruolo».

La fabbrica infatti è stata smontata e gli operai licenziati temono che venga impacchettata e rimontata altrove. Secondo Luca Toscano era già successo alla Top Line di via Strobino. Una parte degli operai espulsi da quell’azienda sono stati riassorbiti alla Iron. «Si sono presi i macchinari, ma hanno dovuto prendersi anche gli operai».

Secondo la ricostruzione del Si Cobas raccontata ieri in piazza, a giugno l’azienda ha presentato al sindacato una lista di 11 lavoratori da licenziare. «Ci hanno detto che se firmavamo avrebbero tenuto gli altri nostri 11 iscritti – ha detto Toscano – ma noi quel ricatto non lo abbiamo accettato».

«Siamo qui per far sentire la voce dei lavoratori sfruttati – ha scandito al microfono la sindacalista Sarah Caudiero – I lavoratori devono stare al centro, qui in centro, anche se lavorano in periferia».

«We need justice!» hanno urlato gli operai nigeriani. «Non siamo spazzatura da buttare» hanno fatto loro eco gli operai pachistani.

Vorrebbero sentire una parola dal Comune e ce l’hanno un po’ anche con la polizia che li sorveglia; vorrebbero che gli agenti andassero a controllare che cosa accade davanti ai cancelli di via Ciulli, dove giovedì pomeriggio ci sono stati momenti di tensione quando l’azienda ha forzato il picchetto per far uscire un paio di camion. Domani, come detto, è fissato un tavolo di mediazione in Regione, ma viste le premesse di questi giorni è difficile che ne possa scaturire una soluzione per una vicenda che appare sempre più complicata.  l

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