Il Tirreno

Prato

Tribunale

Prato, carabiniere afferma il falso per fare un piacere all’amica: condannato

di Paolo Nencioni
Prato, carabiniere afferma il falso per fare un piacere all’amica: condannato

Due anni e otto mesi a un luogotenente ora in pensione che ricostruì la dinamica di un incidente stradale dando la colpa a un motociclista

27 settembre 2022
2 MINUTI DI LETTURA





PRATO. Un carabiniere già in servizio alla Stazione di Calenzano e ora in pensione è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione dal Tribunale di Prato perché riconosciuto colpevole di abuso d’ufficio e falso commesso da pubblico ufficiale in relazione a un fatto accaduto il 1° giugno 2017 a Calenzano. 

Secondo quanto accertato dalle indagini, Cesare Simone, 60 anni, redasse e firmò un’annotazione di polizia giudiziaria nella quale ricostruiva in maniera falsa la dinamica di un incidente stradale. In pratica il sottufficiale, all’epoca luogotenente, scrisse che lo scontro tra una Volkswagen Polo condotta da una donna e una moto in sella al quale c’era un uomo, all’incrocio tra via Vittorio Emanuele e via San Morese, non fu colpa della conducente ma del motociclista che andò a sbattere contro la fiancata dell’auto senza che questa avesse nemmeno iniziato una svolta a sinistra.

Dinamica poi smentita dalla consulenza tecnica dell’ingegner Lombardi nel procedimento penale nato da quell’incidente stradale e dalla perizia dell’ingegner Vangi nel processo che è stato intentato al carabiniere.

Ma perché il luogotenente Simone avrebbe dovuto scrivere il falso in quell’annotazione di polizia giudiziaria? Il motivo è emerso durante le indagini, quando si è scoperto che il carabiniere era legato da una profonda amicizia con la donna che era al volante della Polo. Per farle un favore, dunque, avrebbe sottoscritto una falsa dinamica che dava la colpa al motociclista. Per questo, oltre all’accusa di falso commesso da pubblico ufficiale, il luogotenente ora in pensione è stato accusato anche di abuso d’ufficio, per aver procurato un ingiusto vantaggio alla sua amica. Secondo il Codice di comportamento dei dipendenti del ministero della Difesa, infatti, il carabiniere avrebbe dovuto astenersi da quell’annotazione, visti i suoi rapporti con una delle due parti.

L’imputato ha scelto di farsi giudicare col rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo sulla pena, ma la condanna è stata ugualmente abbastanza pesante, due anni e otto mesi, partendo da una pena base di 4 anni, ridotta per il rito.

Primo piano
Fisco

Nuovo 730, online le dichiarazioni precompilate: le novità del modello semplificato