Spaccia droga vicino alla chiesa: in manette un uomo di 34 anni
A lanciare l’allarme i residenti della zona insospettiti dallo sconosciuto
PRATO. È stato sorpreso a cedere una dose di droga a un residente del posto proprio vicino alla chiesa di San Martino a Vergaio. E per lui, un 34enne del posto, sono scattate le manette intorno ai polsi. Tutto è iniziato dagli abitanti del posto che hanno lanciato l’allarme, insospettiti da quell’uomo che, da un po’ di tempo, si aggirava nei dintorni della chiesa e si incontrava con altre persone.
Era il pomeriggio di martedì quando i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Prato, nel corso di un servizio predisposto per il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti a Prato, hanno arrestato un 34enne di origine marocchina, senza permesso di soggiorno, sorpreso a cedere una dose di cocaina a un 47enne del luogo.
Il servizio, infatti, è scattato a seguito dell’allarme lanciato da alcuni cittadini di Vergaio che avevano segnalato la presenza sospetta, da qualche giorno, di un uomo che non lo avevano mai visto prima: lo avevano notato alla guida di una macchina e lo avevano visto incontrarsi nel piazzale accanto alla chiesa di San Martino con altre persone. Quindi, dopo alcuni servizi di osservazione attuati da pattuglie in abiti civili, è stata effettivamente appurata l’attività di spaccio di cocaina condotta dal 34enne, il quale concordava gli appuntamenti con alcuni suoi clienti proprio nei pressi della chiesa San Martino, uno dei quali è stato bloccato all’atto dell’acquisto e segnalato alla Prefettura di Prato.
All’uomo, a seguito di perquisizione personale, sono state sequestrate altre cinque dosi di cocaina, oltre a del denaro contante, pari a 200 euro, secondo i militari ottenuto come ricavato dell’attività di spaccio.
L’arresto è stato convalidato ieri dal Tribunale di Prato a seguito di un’udienza per direttissima, come richiesto dalla pm Carolina Dini, con applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla caserma di Mezzana.
© RIPRODUZIONE RISERVATA