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Tessile, un lavoro da "vecchi": 2 operai su 5 sono over 50

Maria Lardara
L'interno di un'azienda tessile (foto Batavia)
L'interno di un'azienda tessile (foto Batavia)

Prato, un comparto in salute ben retribuito ma manca il rinnovo generazionale. Confindustria lancia la campagna di orientamento con iniziative per i giovani

26 ottobre 2019
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PRATO. Pagato bene, snobbato per anni dai giovani, sinonimo di posto sicuro. Ma nel distretto il lavoro appartiene a una generazione avanti con gli anni: due su cinque addetti nel tessile è over 50. Secondo i dati del centro studi di Confindustria Toscana Nord, gli ultracinquantenni rappresentano quasi il 40% della forza lavoro nel tessile mentre gli under 34 sono solo il 17%. Tanto basta per far suonare il campanello d’allarme per l’età avanzata di chi lavora in una realtà che vede complessivamente 41.543 addetti, stabili dal 2011. E’ in questo scenario che torna “E' di moda il mio futuro”, da oggi fino al 14 novembre: si rinnova per il terzo anno consecutivo il progetto per l'orientamento dei giovani lanciato da Confindustria. Laboratori, incontri e visite in venti realtà aziendali per suscitare l'interesse dei giovani verso la moda già sui banchi delle medie, in collaborazione con la società di lavoro Gi Group.

CAPITALE DELLA MODA
Meno tessuto, più capo finito: Prato detiene il record di addetti nell’abbigliamento con 22.273 addetti contro i 19.270 nel tessile. Numeri che ne fanno la prima provincia italiana con la maggiore concentrazione di queste figure, prima di Napoli (12.000) e Milano (9.800). Si parla di lavoro “buono”: nel tessile i tempi indeterminati sfiorano il 90%, con un impiego prevalente di full time, mentre nell’abbigliamento vanno oltre con un massiccio ricorso al part time (il 72% dei casi). «Se si aggiunge che le retribuzioni nel tessile superano in media i 24.300 euro annui, emerge il quadro di un’occupazione stabile», sottolinea Andrea Cavicchi, numero uno sezione moda di Confindustria Toscana Nord.

A CACCIA DI FIGURE
Cercasi periti chimici e tessili, dispositori tessili, grafici e modellisti cad. E le aziende di abbigliamento hanno fame di una figura particolare come la “magliaia”, di recente riconosciuta dalla Regione Toscana, tanto che Confindustria ha avviato un un corso di formazione per dieci donne. Mancano all’appello anche addetti alla cardatura, addetti alla filatura, roccatura e “annodini”.

L’INIZIATIVA
Coinvolte le secondarie di primo e secondo grado, in primis gli istituti Buzzi, Marconi e Brunelleschi. Si parte oggi, a palazzo dell’industria: previsto dalle 9.30 alle 12 un incontro con i ragazzi di terza media e i genitori. Tutti al Museo del tessuto il 29 e 30 ottobre con i laboratori sul riuso di t-shirt e jeans. Il 4 novembre, nella sede di via Valentini, incontro con gli studenti delle superiori mentre l’11 verrà simulato un colloquio di lavoro. Il 14 novembre i ragazzi potranno visitare alcune aziende e, il 15, gran finale con la premiazione delle classi.

IL BUZZI
Erano appena 12 nel 2012, ora sono una settantina gli studenti dell’indirizzo moda del Buzzi. «Abbiamo un gap di 10-15 anni che va colmato - ammette Cavicchi - E' vicino un ricambio generazionale e il Buzzi ha un ruolo chiave». Ben si capisce come il pensionamento anticipato con “quota 100” non abbia tanto attecchito. —
Maria Lardara

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