Il caso
Centodieci anni di vita: tanti auguri Albertina
Prato, è nata l’8 novembre 1906 e ha dedicato la vita ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. «Mia nonna? È una persona eccezionale e legge ancora senza occhiali»
PRATO. A Milano apre l’Expo internazionale; Londra viene scelte come sede per i giochi olimpici; Celestino Usuelli e Carlo Crespi compiono, su un pallone aerostatico, la prima trasversata delle Alpi; Giovanni Giolitti insedia il terzo governo del Regno d’Italia e a Brozzi, in una casa nella campagna tra Firenze e Prato, nasce Albertina Tarducci, donna forte, che ha passato la vita nei campi prima di conoscere suo marito e diventare mamma, poi nonna, poi ancora bisnonna. Era l’8 novembre 1906.
Albertina, da quattro anni assistita dal personale di una rsa di Lastra a Signa, una figlia e una nipote che vivono a Prato, altri tre figli con relativa prole sparsi per la Toscana, compirà oggi , martedì 8,110 anni. Ed è un primato vero. O forse, per lei che legge ancora senza occhiali, che «è lucida all’85% per cento» racconta Sabrina, la nipote che vive a Galciana, che ha ormai 35 anni ed è mamma sua volta, è un dono che la natura le ha fatto. «Vedesse che pelle ha - dice Sabrina - non una ruga. Non c’è paragone con la mia che ho 74 anni meno di lei». Ed è forse per quel poco di vanità femminile che ancora alberga nella signora di Brozzi che a chi la conosce svela il suo segreto di bellezza: «Acqua e sapone tutti i giorni e nessuna crema».
Albertina ha visto nascere la Repubblica, ha passato due guerre mondiali, è entrata nei confusi anni Duemila tirando su quattro figli, prendendosi cura di sette nipoti e poi dei figli del nipoti, altri sette bambini. «E’ stata ed è ancora una donna eccezionale - dice Sabrina - coraggiosa, decisa ma soprattutto immensamente generosa. La sua caratteristica è sempre stata quella di prendersi cura degli altri, di aiutarli senza risparmiarsi». Tanto che Albertina, diventata adulta, ha portato con orgoglio il soprannome “la littorina” (l’automotrice dei treni) perché correva tutto il giorno, fermandosi raramente per adempiere agli impegni.
Ha amato suo marito, Vittorio Martini, un artigiano con la passione del giardinaggio, ma ha dovuto fare a meno di lui troppo presto: l’ha lasciata, per una malattia, nel 1981 e Albertina ha continuato la sua lunga vita, rimboccandosi le maniche e occupandosi dei suoi cari.
Qualche acciacco, un incidente alla veneranda età di 105: la frattura del femore dalla quale si è incredibilmente ripresa, restando però in carrozzina, e poi gli anni nella casa protetta per anziani, le visite dei parenti, l’affetto, la sua passione: il ricamo e i giorni che passano. Oggi è uno di quelli speciali: 110 candeline e tanti ricordi intensi e pieni. Buon compleanno Albertina.