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Ilaria Boggi lascia la Lega Vannacci: «Donne umiliate e base zittita, non mi riconosco più»

Ilaria Boggi lascia la Lega Vannacci: «Donne umiliate e base zittita, non mi riconosco più»

L'ex candidata sindaca e consigliera comunale di San Giuliano Terme: «Smarrita l’anima e rinnegati i nostri valori»

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SAN GIULIANO. Ilaria Boggi – attualmente consigliera provinciale della Lega, consigliera comunale a San Giuliano Terme e già candidata sindaco nello stesso Comune – ha rassegnato le dimissioni irrevocabili da ogni incarico di partito e annunciato la propria uscita dalla Lega. Una decisione forte e sofferta – che arriva a pochi giorni dalle consultazioni regionali–, maturata nel tempo e motivata da profonde divergenze politiche e culturali.

«Non me ne vado per calcolo. Me ne vado perché non posso più riconoscermi in ciò che vedo – spiega la consigliera Boggi –: un partito che ha smarrito la propria anima, rinnegato i propri valori, ignorato la propria gente».

Il post sessista la goccia che fa traboccare il vaso

A scatenare la rottura definitiva, le dichiarazioni del generale Roberto Vannacci – vicesegretario nazionale della Lega – e in particolare il post pubblicato da “Piazza della Passera”, con un’allusione volgare e sessista. «Non è una battuta – attacca Boggi – è un messaggio politico preciso: un attacco alle donne, un modo per ridicolizzare l’avversario trasformandolo in un nemico da sminuire. Questo linguaggio non mi appartiene, non ci rappresenta, non può essere tollerato».

Le critiche alla gestione del partito

Ma Boggi punta il dito anche contro il silenzio del partito: «Nessuna presa di distanza, nessuna parola chiara. La Lega tace. E quando si tace di fronte a una cultura che umilia le donne e aggredisce l’avversario, si diventa complici.»

Nella sua lettera di dimissioni, l’ex candidata sindaco sottolinea anche la deriva interna del Carroccio: «Si riscrivono regole per favorire scorciatoie, si impongono candidature dall’alto, si zittisce la base. La forza è diventata prepotenza, il coraggio si è trasformato in provocazione, la militanza è stata sostituita dal servilismo. Io non ci sto».

Boggi denuncia, inoltre, attacchi personali mai affrontati dal partito: «Ho aspettato per rispetto verso chi, come Susanna Ceccardi, ha sempre creduto nella vera Lega e ha creduto in me. Ma la gratitudine non può sostituire la coscienza. E oggi la coscienza mi impone di dire basta». La chiusura è netta: «Non sono io a lasciare la Lega. È la Lega che ha lasciato me. Ha lasciato se stessa, i suoi ideali, la sua gente. Restare oggi significherebbe diventare complici. E io scelgo di non esserlo».
 

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