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Pomarance ha detto addio a Fabiani, macellaio del paese per 60 anni. Un oggetto speciale per l’ultimo viaggio

di Andreas Quirici

	Umberto Fabiani
Umberto Fabiani

Nella bara il grembiule che usava in bottega e le rose del suo giardino

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POMARANCE. L’ultimo saluto a una colonna della comunità di Pomarance. L’addio a un uomo che ha segnato la storia del commercio nel paese geotermico con la sua macelleria portata avanti da 60 anni. Un uomo d’altri tempi, come lo ha definito uno dei figli in un post commovente su Facebook. Una persona che mancherà ma che, difficilmente, verrà dimenticato. Perché Umberto Fabiani, 79 anni, ha segnato un’epoca. Dietro il bancone del suo negozio ha regalato sorrisi e gentilezza, lasciando in tutti un ottimo ricordo. È anche per questo che nei giorni in cui la salma è rimasta esposta sono stati davvero in tanti a fargli visita e a lasciare un saluto alla famiglia. Un incessante fiume di amici e conoscenti davanti al feretro sistemato con il grembiule con cui Fabiani ha lavorato per tutti questi anni e le sue amate rose che curava con grande amore nel giardino di casa.

Una scena toccante che ha commosso chi è passato dall’abitazione della famiglia, composta dalla moglie Franca Taviani e dai figli Nicola e Giacomo, questi ultimi entrambi impegnati nella politica del paese pomarancino. Il primo è stato vice sindaco nella giunta guidata dall’ex sindaca Ilaria Bacci, prima di cambiare strada e seguire le orme del padre.

Il secondo è un dipendente di Enel che svolge il ruolo di assessore ne insieme all’attuale sindaco Graziano Pacini il quale ha ricordato Umberto Fabiani su Facebook: «Ora non ci resta che far tesoro del tuo lascito, a partire dai familiari ma anche da noi cittadini, auspicando massima fortuna alla “bottega” (Nicola buon lavoro, mamma Franca assisti su incarico di Umberto), così come altrettanta buona fortuna a tutte le “botteghe” presenti e future della nostra comunità. Un pensiero particolare a Fagia. ..como, che da tempo si è “ingiustamente” scusato con la giunta e il gruppo di La sinistra per Pomarance Bene Comune, per le presunte assenze per star vicino a babbo, diciamo presunte perché di fatto non ci sono state, e non ha mollato neanche un momento l’impegno gravoso e strategico per la cura del territorio cui presta una totale dedizione».

E proprio Giacomo ha raccontato via social quello che il padre ha rappresentato per lui a la sua famiglia: «Un babbo che ha lavorato una vita e lo ha fatto sempre e solo per la sua famiglia; ha sempre pensato a non far mancare niente a noi e mai per se stesso: non aveva hobby dispendiosi. Amava fare l’orto e le sue piante che curava con dedizione e lavorava ogni giorno dalle 7 alle 22 e anche di più solo per mantenere la sua famiglia, come davvero se il suo lavoro fosse anche il suo hobby principale ossia quella sua bottega di macellaio, mestiere che faceva con enorme passione da circa sessanta anni! Un vero esempio per noi di casa ma spero anche per tutti coloro che lo hanno conosciuto come uomo instancabile e eterno e onesto lavoratore! Un vero uomo di altri tempi e io sono davvero orgoglioso di averlo avuto come babbo e fiero di avergli dimostrato il mio amore fino alla fine, soprattutto in questo ultimo periodo in cui per la prima volta forse ha avuto davvero più bisogno di me e potevo in qualche modo ricambiare tutto l’amore che lui ha avuto per me e per la nostra famiglia in tutta la sua vita».

E ancora: «Gli dispiaceva di dover essere aiutato dai suoi figli e da mamma, era sempre stato indipendentemente e non aveva mai chiesto niente a nessuno e nemmeno alla fine chiedeva mai niente: anche in punto di morte gli dispiaceva di più essere un peso per noi che per la sua malattia che avanzava sempre più aggressiva. Spero abbia capito che non è stato mai un peso per noi nemmeno durante la malattia e che ce lo siamo coccolato come meritava fino al momento in cui il suo cuore si è purtroppo fermato e con onore e orgoglio continuerò a coccolarmi babbo Umberto nei pensieri per tutta la mia vita, portandomelo fiero come esempio da seguire».

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