Morto in Fi-Pi-Li, Sandro Banchellini stava andando a cercare nonna e nipote dispersi a Montecatini Valdicecina
Lo storico volontario di Latignano, in provincia di Pisa, è stato travolto da un mezzo pesante: era alla guida di una jeep della Protezione civile
LAVORIA. Nel primo pomeriggio di mercoledì 25 settembre è morto lo storico volontario Sandro Banchellini, 48 anni, di Latignano, in provincia di Pisa. Un mezzo pesante lo ha travolto sulla Firenze-Pisa-Livorno all’altezza di Lavoria. Resta da capire per quale motivo Sandro Banchellini avesse deciso di fermarsi, probabilmente per un guasto all’auto. Sandro Banchellini era noto anche per aver creato i gruppi WhatsApp “I Dannati della Fi-Pi-Li”, in cui si raccolgono e diffondono segnalazioni su incidenti, disservizi e disagi sulla grande arteria.
La dinamica
Sandro era partito da casa poco prima delle 13. Attivato dalla Protezione civile per unirsi alle ricerche di Noah e Sabine, il bimbo di 5 mesi e la nonna, entrambi tedeschi, dispersi dalla notte di martedì 24 settembre a Montecatini Valdicecina, strappati al resto della famiglia con cui erano in vacanza dalle acque del torrente Sterza, esondato dopo ore di pioggia incessante. All’altezza di Lavoria, per un motivo ancora da chiarire, ha fermato il mezzo della Protezione civile che stava guidando e ha accostato al lato della carreggiata. Sandro sapeva muoversi in contesti delicati. Non era uno sprovveduto e tantomeno un imprudente. Chissà per quale motivo ha scelto di effettuare quella manovra di emergenza. Un uomo si è fermato per prestargli soccorso. Poi un mezzo pesante in arrivo da Firenze ha travolto l’auto di Sandro. E per lui non c’è stato niente da fare. Perché in Fi-Pi-Li la terza corsia non c’è. E se hai un problema con l’auto devi fermarti a due passi dagli automobilisti in marcia. Un’altra criticità che Sandro non mancava di denunciare da tempo. L’ennesimo buco nero di un’arteria maledetta che, stavolta, ha inghiottito la vita dell’uomo dei “Dannati della Fi-Pi-Li”.
Un silenzio che parla
Sono da poco passate le 13 di mercoledì 25 settembre quando sulla chat WhatsApp dei Dannati della Fi-Pi-Li arriva la notizia da uno delle migliaia di pendolari iscritti ai gruppi che Sandro Banchellini aveva creato e gestiva con cura, sempre attento ai messaggi inviati e alla qualità delle segnalazioni diffuse. «Brutto incidente a Lavoria», scrive un utente. Sandro di solito risponde subito. Anche solo con un “Traffico bloccato, prestare attenzione”. E invece oggi no. Sandro non scrive. È strano. Passano i minuti. Un altro utente invia la foto di un corpo a terra coperto da un telo. Sono le 14 passate e Sandro ancora non scrive. Poi la tragica notizia. Sandro non scrive perché quel corpo coperto da un velo è il suo. Sandro Banchellini è morto con la divisa da volontario indosso sull’asfalto di quella Fi-Pi-Li che non farà in tempo a vedere messa in sicurezza. Perché lui, come troppi altri, su quella strada dell’orrore ci ha rimesso la vita.